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    Cinema. La commedia italiana al Sabaudia Film Festival

    La quarta edizione del Festival della commedia italiana (1-7
    luglio), patrocinato dal comune di Sabaudia, ha visto fin dalla serata
    d’apertura una grande partecipazione del pubblico che ha affollato la piazza. Protagonisti
    del Festival i migliori film che la commedia italiana ha prodotto nell’ultimo
    anno: da “Ammore e malavita”, vincitore del David di Donatello, dei Manetti Bros,
    a “Sconnessi” di Christian Marazziti. L’argomento unificante dell’edizione 2018,
    scelto dai direttori artistici Simona Izzo e Ricky Tognazzi, è il ruolo della
    donna nel cinema. Ricorda la Izzo: “Siamo ancora poche noi registe e nella
    commedia facciamo ancora più fatica. È stata la televisione, più del cinema, a
    premiare le donne”. Da ricordare dunque l’appuntamento di oggi, ore 17:30 nel
    teatro Fiamme Gialle con la proiezione di “Dramma della gelosia” di Ettore Scola
    cui seguirà un dibattito su “La condizione del cinema femminile e della
    commedia in Italia” in cui interverranno Silvia Scola, Olivia Tassara –
    presentatrice dell’intero Festival – Stefania De Caro e molte altre ospiti.
    Come nelle edizioni precedenti, alcuni premi speciali verranno assegnati in
    ricordo di tre protagonisti della Commedia Italiana: Premio Monica Scattini,
    Premio Bud Spencer e Premio Paolo Villaggio, con annesso premio per il miglior
    film della stagione, decretato dal pubblico presente, e premio social, con cui
    chiunque da casa può far sentire la propria voce. “Le scuole di cinema vantano
    una grande affluenza di donne – continua Simona Izzo durante la conferenza
    stampa – ma poche di loro arrivano a realizzare film. Basti pensare che il primo
    lungometraggio realizzato da una donna fu fatto con gli scarti della pellicola
    di un film dei fratelli Lumiere. In Italia però le nostre registe si sono
    imposte: Wermüller, Cavali e le sorelle Comencini così come alcune attrici, ad
    esempio Monica Scattini, che a teatro ha avuto l’audacia di interpretare una
    transgender”.

    Marta Spizzichino

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