Il 25 ottobre scorso si è spenta all’età di 99 anni Pasqualina Perrella, una delle dipendenti comunali di San Donato Val di Comino (Frosinone) che, durante la Seconda guerra mondiale, rischiò la propria vita per salvare quella degli ebrei confinati in città. Perella, il podestà Gaetano Marini ed altri quattro dipendenti comunali - Donato Coletti, Maddalena Mazzola, Rosaria De Rubeis, Carmela Cardarelli – falsificarono i documenti d’identità degli ebrei per scamparli alle deportazioni nei campi di sterminio.
Tra i confinati c'erano anche Margaret Bloch - ex compagna di Franz Kafka - che diventò vicina di casa dei Perrella, e l'attrice del cinema muto Grete Berger. "Gli ebrei venivano a chiederci aiuto e noi rilasciavamo a ciascuno di loro documenti falsi per farli risultare cittadini italiani. - raccontò Pasqualina Perrella – Ricordo che a una donna ebrea attribuii lo stesso nome e cognome di mia sorella".
Per l’attività di falsificazione lei rischiò persino la vita, quando il 6 aprile 1944 Pasqualina venne prelevata dai tedeschi e interrogata. “Venne condotta presso il locale Comando, dove fu interrogata. – spiega il sindaco di San Donato Val di Comino, Enrico Pittiglio - Riconosciuta come una delle artefici delle falsificazioni, venne condotta presso il camion dove furono stipati gli ebrei arrestati. La fortuna di Pasqualina fu che nel camion non c’era posto e quindi rimase a terra, scampando così alla deportazione ad Auschwitz".
Questo valoroso gruppo di persone verrà ricordato nel Museo del Novecento e della Shoah, attualmente in fase di realizzazione nel piccolo centro della provincia di Frosinone, che riprodurrà anche il luogo di lavoro delle rinominate “ragazze dell'anagrafe”.
Con Pasqualina Perrella se ne va un’eroina della storia, che ha basato la propria esistenza proprio su quell’eterno principio che è il fondamento dei giusti: chi salva una vita, salva il mondo intero.
David Di Segni