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SPECIALE PESACH 5784

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    Spie di nessun paese. Le vite segrete alle origini di Israele

    In occasione dell’uscita nelle librerie di “Spie di nessun paese” di Matti Friedman (Giuntina), pubblichiamo in anteprima uno stralcio del libro e l’intervista di Ugo Volli all’autore

     

    Delle quattro spie al centro di questa storia, soltanto Yitzhak è ancora vivo. Il combattente con gli occhiali proveniente dai vicoli di Aleppo ha 93 anni nel momento in cui scrivo. La proposta di incontrarlo mi venne da un altro pensionato dei servizi segreti d’Israele, un uomo che avevo conosciuto mentre lavoravo su un’altra storia. Andai a incontrare Yitzhak non perché avessi sentito parlare di lui o della piccola unità della quale aveva fatto parte durante la creazione dello Stato, e non perché avessi progettato di scrivere questo libro, ma soltanto perché durante i miei anni come reporter avevo imparato che il tempo passato con le vecchie spie non è mai tempo sprecato.

     

    Finii col passare molte ore, per diversi anni, a parlare con lui sullo sfondo di una parete di mattonelle verde oliva nella sua cucina, al settimo piano di un palazzo nella vasta area metropolitana a sud di Tel Aviv. Qualche volta si allungava lentamente fino ai fornelli e preparava del caffè nero in un piccolo recipiente di metallo dal manico lungo, come quelli che usavano nei famosi fuochi dei bivacchi. Le sue parole erano misurate. Questi uomini non apprezzavano la loquacità. La sua memoria era una lama affilata. Talvolta sembrava come se la Guerra d’Indipendenza del 1948 fosse appena finita o fosse ancora in corso.

     

    Rideva più di quanto ci si potesse aspettare, dopo alcune frasi un profondo «eh-eh-eh» accompagnava lo scuotere della testa che, ora, era tutta orecchie, naso e sogghigno. Raramente ciò di cui rideva era buffo. Non cercava di sminuire le cose, ma soltanto di esprimere meraviglia per ciò che aveva visto. Mentre parlava c’erano bagliori di quell’Yitzhak che doveva essere stato all’epoca: guardingo, sveglio e affamato. Parlava a nome degli altri, quelli sopravvissuti fino alla vecchiaia e morti nel loro letto, e di quelli che settant’anni prima avevano affrontato con i loro fragili travestimenti la tempesta degli eventi ed erano scomparsi.

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