
Gli oltre 200 droni lanciati dall’Iran verso Israele sono stati intercettati fuori dai confini del Paese, come ha dichiarato il portavoce dell’esercito israeliano, generale Effie Defrin. Alcuni missili balistici sarebbero stati addirittura colpiti e distrutti a terra, prima ancora del lancio, come documentato in un video diffuso dalle IDF.
L’Home Front Command ha revocato questa mattina le rigide misure di emergenza, tra cui l’obbligo per i civili di rimanere nei pressi dei rifugi antiaerei. Restano tuttavia in vigore restrizioni sugli assembramenti.
A partire dalle 3 del mattino, oltre 200 velivoli delle Forze di Difesa Israeliane hanno colpito più di 100 obiettivi militari iraniani, utilizzando oltre 330 munizioni. Tra i principali bersagli figurano sistemi radar e difese aeree, compresi quelli a media gittata che ancora proteggevano lo spazio aereo della Repubblica Islamica.
Alcuni degli attacchi più profondi condotti all’interno dello spazio iraniano hanno provocato la morte e il ferimento di figure di primo piano del complesso militare e nucleare del Paese.
Tra questi, anche Mohammad Mehdi Tehranchi: fisico, già presidente della Islamic Azad University e figura di rilievo nel programma scientifico e nucleare iraniano. Classe 1965, teorico di riferimento nel campo dei plasmi e dei sistemi vettoriali, aveva studiato in Russia, pubblicato su riviste internazionali e formato intere generazioni di ingegneri. Il suo ruolo, però, non era solo accademico: da anni collaborava a progetti strategici nel settore della ricerca militare e nucleare. Vicino agli apparati istituzionali, era considerato una figura centrale nella “filiera del sapere” iraniana.