
Una fonte della sicurezza israeliana ha svelato dettagli inediti e clamorosi su una delle operazioni più sofisticate e audaci mai condotte contro l’Iran. Come riportato da Arutz 7, l’operazione è stata il frutto di anni di preparazione, portata avanti in stretta collaborazione tra le Forze di Difesa Israeliane (IDF), il Mossad e le principali industrie della difesa nazionale, che hanno costruito dossier dettagliati su figure chiave dell’apparato militare e nucleare iraniano, identificando obiettivi sensibili e preparando il terreno per azioni mirate. Parallelamente, è stata condotta una campagna di sabotaggi interni al territorio iraniano, pensata per indebolire gradualmente – ma in modo decisivo – la rete di difesa aerea e il sistema missilistico del regime. Quando è arrivato il momento, tutto si è mosso con una precisione che dimostra quanto l’operazione fosse pianificata in ogni minimo dettaglio.
Il cuore dell’operazione ha visto l’attivazione simultanea di tre sistemi operativi segreti, ciascuno con un compito specifico, ma tutti coordinati tra loro per massimizzare l’efficacia dell’attacco.
Il primo fronte ha coinvolto l’ingresso di unità speciali del Mossad in territorio iraniano. Queste squadre, operative da settimane se non mesi, avevano già piazzato nei pressi di batterie di missili terra-aria sistemi d’arma guidati di precisione. Quando l’aviazione israeliana ha lanciato l’attacco aereo, i dispositivi sono stati attivati dall’interno, colpendo i bersagli con chirurgica efficacia.
Il secondo fronte è forse il più sorprendente: tecnologie offensive erano state nascoste all’interno di veicoli civili in varie località dell’Iran. All’apparenza, normali auto o furgoni. Ma al momento giusto, questi mezzi si sono trasformati in piattaforme mobili d’attacco, lanciando potenti munizioni contro l’infrastruttura di difesa iraniana. Un colpo durissimo, anche simbolicamente, perché dimostra quanto profondamente Israele sia riuscito a penetrare nel tessuto del nemico.
Infine, il terzo fronte ha riguardato l’uso di droni esplosivi. Ma non lanciati dall’esterno: erano già in Iran, all’interno di una base segreta organizzata dal Mossad mesi prima. Quando è scattato l’ordine, questi droni sono stati lanciati contro il sito militare di Esfajabad, nei pressi di Teheran, distruggendo una delle principali basi per il lancio di missili balistici. Un’infrastruttura considerata tra le più pericolose per Israele, sia per obiettivi civili che militari.
La fonte israeliana ha parlato apertamente di un’operazione “coraggiosa e sofisticata, resa possibile da un’intelligence senza precedenti, da tecnologie all’avanguardia e dal coraggio degli uomini sul campo”. E ha concluso con parole che suonano come un monito: “Abbiamo inferto un colpo durissimo alle capacità strategiche dell’Iran e mandato un messaggio chiaro: Israele non permetterà mai che i suoi nemici si dotino di armi di distruzione di massa”.