
È di almeno nove morti e oltre 280 feriti il bilancio dell’attacco missilistico lanciato da Teheran contro Israele alle prime luci dell’alba di lunedì. Decine di missili sono stati sparati dall’Iran verso obiettivi civili in diverse città israeliane, tra cui Tel Aviv, Petah Tikva, Bnei Brak e Haifa.
L’attacco, iniziato poco prima delle 4:00 del mattino, ha preso di mira diverse città israeliane. A Petah Tikva, un missile ha colpito un grattacielo residenziale, uccidendo quattro persone. Tra le vittime, tre anziani — due donne e un uomo, tutti nella settantina — sono morti nonostante si fossero rifugiati in una stanza sicura (mamad), che è stata colpita direttamente dal missile balistico iraniano.
“Abbiamo trovato i corpi sotto un cumulo di detriti, nonostante si fossero messi al sicuro”, ha riferito il paramedico MDA Alon Weiss. Poco dopo, i soccorritori hanno estratto senza vita un uomo di 80 anni dai resti di un altro edificio colpito a Bnei Brak, dove è stata danneggiata anche una scuola.
A Haifa, tre persone inizialmente date per disperse sono state trovate morte sotto le macerie in un quartiere residenziale colpito da un altro missile. A Tel Aviv, due edifici hanno subito impatti diretti, causando oltre 100 feriti, tra cui un bambino di 10 anni in gravi condizioni e un neonato che è stato subito soccorso dagli amici della madre e preso in carico dai paramedici. Una delle esplosioni è avvenuta vicino alla sede dell’ambasciata statunitense. L’ambasciatore americano Mike Huckabee ha confermato che “non ci sono feriti tra il personale USA, ma ci sono stati danni lievi all’edificio a causa dell’onda d’urto.”
In seguito all’attacco, il Comando del Fronte Interno ha rilasciato aggiornamenti per la popolazione in tutto il Paese, invitando a rimanere in prossimità dei rifugi e a evitare assembramenti. In molte aree, da Gerusalemme al Litorale, dal Gush Dan alla Valle del Giordano, l’allerta resta alta. Le autorità militari hanno inoltre esortato i cittadini a non condividere immagini o video degli impatti per evitare di fornire informazioni utili al nemico.
L’IDF ha risposto con attacchi aerei su obiettivi strategici in Iran, tra cui siti missilistici e strutture dei Guardiani della Rivoluzione a Teheran. I media iraniani hanno riportato l’attivazione della difesa aerea nei pressi di siti sensibili come Isfahan, Qom e Parchin. Secondo fonti iraniane, anche l’impianto sotterraneo di arricchimento dell’uranio di Fordow sarebbe stato preso di mira.