
Nel settimo giorno dell’Operazione Rising Lion, l’aeronautica militare israeliana ha inflitto un duro colpo all’apparato nucleare iraniano, bombardando l’impianto ad acqua pesante di Arak e un sito di arricchimento dell’uranio nei pressi di Natanz. All’operazione hanno preso parte oltre 40 caccia, che hanno sganciato più di cento munizioni su obiettivi militari dislocati in tutto il territorio iraniano.
Arak e Natanz: neutralizzati due nodi strategici del programma atomico
Secondo quanto riferito dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF), il raid su Arak ha mirato alla sezione dell’impianto destinata alla produzione di plutonio, impedendone la futura attivazione. L’impianto, ancora incompleto, avrebbe dovuto entrare in funzione il prossimo anno, secondo le comunicazioni fornite da Teheran all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA).
A Natanz, invece, sono stati colpiti impianti altamente sensibili che – secondo fonti israeliane – custodivano tecnologie e infrastrutture fondamentali per accelerare la produzione di armi nucleari.
“Operazione Narnia”: eliminati dieci scienziati chiave del programma atomico
Dietro il successo dei raid aerei si cela un’operazione di intelligence tra le più ambiziose nella storia recente di Israele. Con il nome in codice Narnia, un team di 120 esperti dell’Unità 8200 e dell’Aeronautica ha identificato e classificato i principali scienziati del programma nucleare iraniano, ordinandoli per livello di pericolosità e difficoltà di sostituzione. Molti dei dieci scienziati eliminati erano considerati eredi diretti di Mohsen Fakhrizadeh, il “padre” del programma nucleare militare iraniano.
Colpite difese strategiche e capacità missilistiche
I raid israeliani hanno inoltre preso di mira siti di produzione missilistica, centri radar, depositi di armamenti e strutture per la costruzione di sistemi di difesa aerea. Secondo l’IDF, sarebbero stati distrutti circa due terzi dei lanciatori di missili balistici iraniani, riducendo significativamente la capacità offensiva di Teheran.
L’IDF intercetta il 95% delle minacce in arrivo
Mentre l’intensità del conflitto aereo cresce, il comando della difesa israeliana ha annunciato che le forze dell’Aeronautica e della Marina stanno operando in stretta sinergia per proteggere i cieli israeliani, riuscendo a intercettare circa il 95% delle minacce, tra cui centinaia di droni iraniani e missili superficie-superficie.
Guerra psicologica: il Mossad parla direttamente al popolo iraniano
In un’iniziativa senza precedenti sul piano della guerra psicologica, l’IDF ha diffuso un messaggio in lingua persiana sui propri canali social, rivolgendosi direttamente alla popolazione iraniana e invitandola a contattare il Mossad tramite connessioni sicure e criptate. Il messaggio ha fatto riferimento a “membri del regime che implorano di non fare dell’Iran una nuova Gaza o un nuovo Libano”. Con tono ironico, il Mossad ha rilanciato: «L’Iran dice di aver colpito una base del Mossad con missili. Fortunatamente, non c’era nessuno… siamo tutti già in Iran».