
Nelle ultime ore, ignobili scritte contro Lidano Grassucci — presidente dell’associazione “La Scelta per Davide. Latina Amica di Israele” — sono comparse nel tentativo di intimidire chi da sempre si batte per il dialogo e per il diritto di Israele a esistere in pace.
“Mi hanno scritto i nazisti per mettermi nel forno crematorio – ha affermato Grassucci in un articolo pubblicato su Fatto a Latina – I neocomunisti lo avevano già fatto. Resto sionista”. Parole che fotografano con lucidità la recrudescenza di un antisemitismo che non è mai scomparso, ma che oggi si traveste da antisionismo per riemergere sotto nuove forme. A rendere ancora più allarmante l’aria che si respira, è lo stesso Grassucci a denunciarlo: “Si è creato un clima da caccia alle streghe con chiunque la pensi differentemente, da chiunque provi a porre nel confronto il dubbio di altre ragioni. Sostenere le tesi di Israele diventa una “offesa” a un presunto buonismo, il tutto dietro a un’ipocrisia che cela un profondo antisemitismo. Naturalmente non arretro di una virgola rispetto a ciò in cui credo. Anche dopo le scritte e le minacce, sulle pagine social continuano a sostenere il mio “essere criminale”, “assassino di bambini”, e che le minacce sono giustificate” ha aggiunto Grassucci a Shalom.
Il gesto intimidatorio contro Grassucci è molto più di un attacco personale: è un attacco al diritto di sostenere Israele, di difendere la memoria storica, di lottare contro l’odio che, oggi come ieri, può generare mostri. L’associazione “La Scelta per Davide” è da anni un presidio culturale e umano contro il pregiudizio, contro la propaganda, contro ogni forma di negazionismo. Come ha dichiarato Celeste Vichi, presidente dell’Unione delle Associazioni Italia-Israele, “Siamo al fianco di Lidano Grassucci contro il male assoluto che, in nome dell’odio contro Israele, ha rialzato la testa. È il vecchio antisemitismo nella sua nuova forma di antisionismo. È lo stesso odio, è lo stesso male. Ci uniamo a questa presa di posizione, chiedendo con forza che le autorità competenti individuino al più presto i responsabili di questo infame atto e li perseguono in tutte le sedi opportune, penali, civili e amministrative”.