
Nella notte tra venerdì e sabato, mentre era in corso la celebrazione dello Shabbat, un grosso petardo è stato lanciato sull’asfalto proprio davanti alla sede dell’associazione “Chenàbura – Sardos pro Israele”, centro culturale e punto di riferimento della piccola comunità ebraica cittadina. L’ordigno non ha provocato feriti né danni, ma ha fatto scattare l’allarme e svegliato diversi residenti. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Digos, che hanno avviato le indagini per ricostruire l’accaduto. Il petardo è stato recuperato e sequestrato dalla Scientifica. Secondo quanto trapela, le telecamere di sorveglianza presenti nella zona avrebbero inquadrato un giovane sospetto: sono in corso accertamenti per identificarlo.
A denunciare l’episodio è stato il presidente di Chenàbura, Mario Carboni, che si trovava all’interno della sede insieme ad altri membri dell’associazione. «Abbiamo visto un lampo e sentito un forte boato – ha raccontato – siamo usciti immediatamente ma non c’era più nessuno. Solo qualche ora prima eravamo stati dal prefetto per esprimere le nostre preoccupazioni». Carboni ha parlato apertamente di «atto violento e criminale» e ha formalizzato la denuncia in Questura nella mattinata di sabato. Non si esclude alcuna pista. Gli investigatori stanno cercando di comprendere se si tratti di una bravata o di un gesto deliberatamente intimidatorio legato alla presenza dell’associazione ebraica. È il secondo episodio inquietante in pochi mesi: lo scorso settembre infatti, la stessa sede era stata imbrattata con vernice rossa e una scritta in sardo “A fora is sionistas”, “Fuori i sionisti”.
L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha espresso in una nota «vicinanza e solidarietà all’associazione Chenàbura», definendo l’attentato «un gesto gravissimo e preoccupante» e sottolineando come «il clima di crescente legittimazione di esternazioni antiebraiche» rischi di alimentare derive violente. L’UCEI ha inoltre lanciato un appello affinché «la democrazia e la convivenza civile siano difese con fermezza, contrastando terrorismo e soprusi anche nelle nostre città». Parole altrettanto nette da parte della Federazione delle Associazioni Italia-Israele. Il presidente nazionale Bruno Gazzo ha parlato di «vile attentato» che «assume la portata di un attacco alle libertà individuali e collettive» e ha chiesto al prefetto «misure concrete a tutela del presidente Mario Carboni, già destinatario in passato di minacce personali, e degli iscritti all’associazione». Sulla stessa linea anche l’Unione delle Associazioni Italia-Israele, che ha espresso «profonda solidarietà e vicinanza all’associazione cagliaritana Chenàbura – Sardos pro Israele». «Atti del genere non sono semplici episodi vandalici, ma attentati alla coesione democratica e civile del nostro Paese e sono indicativi di un clima di odio inaccettabile. – si legge nella nota – Siamo al fianco del presidente Mario Carboni, oggetto anche di minacce personali, e di tutti gli iscritti all’associazione Chenàbura. Chiediamo alle autorità competenti di intervenire con la massima tempestività per individuare i responsabili e garantire la sicurezza dei cittadini minacciati».
Le indagini proseguono, ma la comunità ebraica locale resta vigile: «Siamo tranquilli e sicuri delle nostre buone ragioni e diritti», ha concluso Carboni. «Non ci faremo intimidire».