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    EUROPA

    Starmer condanna i cori anti-IDF a Glastonbury: “Discorsi d’odio inaccettabili”

    La bufera politica che ha travolto il Glastonbury Festival non accenna a placarsi. Durante l’esibizione del duo punk-rap Bob Vylan è risuonato dal palco il coro “Death to the IDF” (Morte alle Forze di Difesa israeliane), un grido che ha fatto il giro del Regno Unito e ha suscitato una dura reazione del premier Keir Starmer.

    “Un discorso d’odio ripugnante, senza giustificazioni possibili”, lo ha definito il leader laburista in un comunicato diffuso a poche ore dall’episodio, definendo “inaccettabile” che un simile messaggio sia stato trasmesso in diretta dalla BBC. La rete pubblica è finita nel mirino del primo ministro, che ha chiesto chiarimenti urgenti sulla messa in onda: “Vogliamo sapere come sia stato possibile trasmettere quelle immagini senza filtri. È una questione di responsabilità pubblica”. La reazione di Starmer si inserisce in un contesto già teso: nei giorni precedenti al festival, Downing Street aveva espresso riserve anche sulla presenza dei “Kneecap”, il collettivo nordirlandese accusato di simpatie per l’IRA. “Chiunque inciti alla violenza o alla divisione non dovrebbe avere una piattaforma”, ha ribadito il premier.

    Anche gli organizzatori di Glastonbury si sono detti “sconvolti” dall’accaduto e hanno promesso indagini interne, mentre la polizia britannica ha confermato che sta valutando se vi siano gli estremi per un’inchiesta formale. Intanto, il caso è destinato ad approdare in Parlamento: il Comitato Cultura potrebbe convocare la dirigenza della BBC per chiarire le responsabilità editoriali. L’episodio rischia di lasciare un segno profondo non solo sul festival, ma anche nel dibattito politico e mediatico del Paese, già spaccato sul conflitto in Medio Oriente e sul ruolo dei media pubblici nel garantire un equilibrio tra libertà di espressione e tutela contro l’incitamento all’odio.

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