
La partita tra Italia e Israele, in programma il 14 ottobre 2025 a Udine e valida per le qualificazioni ai Mondiali del 2026, è di nuovo al centro delle polemiche. A un anno di distanza dall’ultimo incontro tra le due nazionali, mentre da più parti si invoca l’annullamento del match o almeno un gesto simbolico da parte degli Azzurri, il ministro per lo Sport Andrea Abodi interviene con parole nette: “La partita si deve giocare”.
Rispondendo alle domande dei cronisti in Transatlantico, Abodi ha precisato: “È in programma e si gioca, come si è già giocata l’anno scorso”. Una posizione chiara, rafforzata da un passaggio che mira a ridefinire il contesto: “Israele è stato aggredito. Forse questo si dimentica completamente. Tutto è partito il 7 ottobre 2023. Se quell’attacco non ci fosse stato, oggi non ci troveremmo in questa condizione”. Il ministro ha poi respinto il paragone tra la guerra in Ucraina e l’operazione militare israeliana a Gaza, ricordando che nel caso della Russia si è trattato di un’aggressione militare a uno Stato sovrano, mentre nel caso di Israele il conflitto è scaturito da un attacco terroristico da parte di Hamas. “Se Hamas non si nascondesse dietro la popolazione civile, probabilmente non saremmo in questa condizione”, ha aggiunto. Abodi ha infine ribadito che la competenza sulla politica estera spetta al presidente del Consiglio e al ministro degli Esteri. “Noi possiamo costruire ponti, come è stato fatto anche per la partita del 2024. Si è lavorato per costruire percorsi di carattere sociale, facendo incontrare le comunità israeliane e palestinesi. Il messaggio che speriamo possa arrivare è che, anche attraverso lo sport, quello che sta succedendo, che è drammatico, possa finire”.
Nel frattempo, prosegue la vendita dei biglietti con prezzi accessibili, ma le critiche dal mondo della politica non si fermano. Il deputato del Partito Democratico Mauro Berruto ha dichiarato che la partita “non dovrebbe proprio essere giocata”, chiedendo almeno un gesto simbolico, evocando le magliette rosse indossate da Panatta e Bertolucci nel 1976 contro il regime di Pinochet. Sulla stessa linea Laura Boldrini, che ha rivolto un appello alla FIGC affinché “la Nazionale dia almeno un segnale chiaro e inequivocabile di condanna del massacro e di vicinanza al popolo palestinese”. Ma anche nel centrodestra non mancano le critiche all’operato di Israele. Fabrizio Bittner, responsabile Sport di Forza Italia, ha riconosciuto che “l’azione di Israele è oltre la misura necessaria”, ma ha invitato ad abbassare i toni e a lasciare che la partita resti “un evento sportivo”.
A Udine si teme che possa ripetersi lo stesso scenario dello scorso anno. Anche allora, sempre il 14 ottobre, si giocò Italia-Israele: il Comune ritirò il patrocinio, ci furono manifestazioni, imponenti misure di sicurezza, e lo stadio si riempì solo a metà. A pochi mesi dal fischio d’inizio, la polemica è di nuovo accesa. Alcuni comuni, come Bari, si sono rifiutati di ospitare la gara, dichiarando “non gradita” la Nazionale israeliana. Tuttavia, il Bluenergy Stadium è un impianto privato, e il Comune di Udine non può impedirne l’utilizzo.