
Israele non sarà presente all’edizione 2025 della Fiera del Levante, in programma dal 13 al 21 settembre a Bari. Lo ha comunicato ufficialmente l’Ente Fiera, recependo la richiesta del Consiglio comunale e del sindaco Vito Leccese. La decisione dell’esclusione riguarda sia la partecipazione istituzionale che quella economica, lasciando fuori quindi sia le delegazioni istituzionali che le aziende israeliane dalle attività previste all’interno del quartiere fieristico.
Secondo quanto riportato dall’amministrazione comunale e dall’organizzazione fieristica, il provvedimento è stato adottato in seguito a una mozione approvata il 1° luglio dal Consiglio comunale. L’Ente Fiera ha parlato di “comunanza di vedute etiche e politiche” con la linea indicata dal Comune, sottolineando la volontà di distanziarsi dalle azioni condotte dal governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu. La decisione ha suscitato reazioni sul piano politico. Maurizio Gasparri, capogruppo di Forza Italia al Senato, ha definito la mossa del Comune come un vero e proprio “attacco di autentico antisemitismo”, accusando l’amministrazione Leccese di sconfessare valori di tolleranza e di alimentare pregiudizi antisemiti. Il sindaco Leccese ha replicato definendo l’accusa di Gasparri come un “grottesco cortocircuito della storia”, ribadendo che l’esclusione riguarda esclusivamente il governo Netanyahu e i suoi atti militari, non il popolo israeliano.
A Bari l’amministrazione comunale, guidata dal centrosinistra, sembra aver adottato una linea netta sul conflitto, come dimostra, ad esempio, l’interruzione delle collaborazioni istituzionali con Israele. Non si tratta dunque di un episodio isolato. Nei mesi precedenti, anche le Regioni Puglia, Toscana ed Emilia-Romagna, tutte amministrate dal Partito Democratico, avevano deciso di sospendere i rapporti politici ed economici con il governo israeliano. Parallelamente, diversi soggetti locali – tra cui ristoranti, università e imprese – hanno scelto di limitare o interrompere i contatti con realtà israeliane, dando vita a un’ampia campagna di boicottaggio.