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    ISRAELE

    Attentato al valico di Allenby: il paradosso degli aiuti “umanitari”

    Un nuovo, sanguinoso attentato ha colpito Israele nel pomeriggio di giovedì, al valico di Allenby, al confine con la Giordania. Due israeliani – un uomo di 68 anni e un giovane di appena 20 – sono stati assassinati da un terrorista giordano che ha approfittato di un camion di aiuti umanitari destinati a Gaza per introdursi nel terminale merci e colpire a sangue freddo.
    Secondo i primi rapporti, il terrorista ha attraversato il lato giordano del valico guidando un camion carico di forniture che avrebbero dovuto raggiungere la Striscia di Gaza, come avviene quotidianamente con decine di veicoli simili. Una volta entrato nel terminale israeliano, ancora prima che il mezzo fosse sottoposto a ispezione, è sceso dal camion, ha estratto una pistola e ha aperto il fuoco contro le persone presenti. Non soddisfatto, ha accoltellato le vittime, ferendole mortalmente. Solo l’intervento rapido di una guardia di sicurezza del valico ha posto fine alla sua azione omicida.
    Sul posto sono intervenute numerose squadre di Magen David Adom, affiancate da unità mediche dell’IDF. I paramedici hanno trovato i due uomini privi di conoscenza, con ferite da arma da fuoco. Dopo prolungati tentativi di rianimazione, non hanno potuto fare altro che dichiararne il decesso. «Abbiamo proseguito con le manovre di rianimazione, ma alla fine siamo stati costretti, con grande dolore, a constatarne la morte», ha raccontato la responsabile di MDA Bosmat Lubiner.
    Fonti israeliane hanno sottolineato che i camion di aiuti umanitari provenienti dalla Giordania non vengono sottoposti a controlli rigorosi per via di accordi bilaterali. Una falla di sicurezza che il terrorista ha sfruttato con cinismo, trasformando un convoglio destinato – almeno formalmente – a portare beni di prima necessità alla popolazione civile in un’arma di morte.
    Il portavoce del governo giordano ha dichiarato che Amman sta seguendo gli sviluppi e fornirà aggiornamenti. Già in passato lo stesso valico è stato teatro di terrorismo: appena un anno fa, un altro camionista giordano uccise tre israeliani nello stesso punto di passaggio. Hamas, da parte sua, ha immediatamente “benedetto” l’attentato, rivelando ancora una volta il sostegno aperto del movimento islamista a qualunque forma di violenza contro civili israeliani.
    L’elemento più emblematico e paradossale di questa vicenda è proprio l’uso di un camion di aiuti “umanitari” come cavallo di Troia per introdurre la morte in territorio israeliano. Mentre Israele continua, sotto la pressione internazionale, a consentire il flusso di rifornimenti nella Striscia, Israele si ritrova a pagare con vite innocenti il prezzo della sua stessa generosità.
    Due israeliani innocenti, un padre e un ragazzo, sono stati assassinati da chi ha trasformato un simbolo di solidarietà umanitaria in strumento di terrore. È l’ennesima dimostrazione che per Israele la sfida non è soltanto militare, ma anche morale: difendere la propria popolazione senza rinunciare ai valori di umanità che i suoi nemici disprezzano.

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