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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Cibi e simboli del seder di Rosh HaShanà

    Nelle prossime ore, gli ebrei di tutto il mondo si apprestano a celebrare Rosh Hashanà, il Capodanno ebraico, uno dei momenti più solenni del calendario. La festività, che nella diaspora dura due giorni, serve per indurre a fare un bilancio dell’anno passato e a guardare al futuro con rinnovata speranza. In questo giorno è mitzvà ascoltare il suono dello Shofar e fare teshuvà (pentimento). È Yom tov, un giorno di festa, in cui è uso anche mangiare e bere.
    La prima sera, dopo il kiddush, il lavaggio delle mani e la benedizione sul pane, si usa fare il Seder (letteralmente “ordine”), nel quale si assaggiano degli alimenti particolari, recitando preghiere beneauguranti, inclusa la benedizione di Shehecheyanu (per le cose nuove). Tra le usanze più diffuse vi è l’intingere la mela nel miele auspicando “un anno buono e dolce”.

    Questi i cibi speciali che si mangiano in segno di buon augurio:
    Datteri: si richiama il nesso con la parola tamà, finire, in riferimento ai nostri nemici.
    Fichi: considerata la dolcezza del frutto, in auspicio di un anno buono e dolce.
    Zucca: la parola kerà, zucca, richiama la radice karà, strappare, in riferimento al giudizio cattivo che si allontani da noi.
    Finocchio: si richiama il nesso con la parola ravà, aumentare, moltiplicare, in riferimento ai nostri meriti.
    Porri: si richiama il nesso con la parola karath, distruggere, in riferimento a tutti coloro che ci odiano.
    Bietola: si richiama il nesso con la parola salak, togliere, allontanare, sempre in riferimento ai nostri nemici.
    Melagrana: numerosi riferimenti alla melagrana come simbolo di speranza affinché i nostri meriti si moltiplichino e diventino numerosi come i grani di questo frutto.
    Testa d’agnello: il riferimento è al versetto: “il Signore ti porrà capo e non coda” (Devarim 28, 13).
    Pesci: simboleggiano la prolificità.

    Quest’anno Rosh Hashanà cade la sera del 22 settembre (1° di Tishrì), quando si entra nell’anno 5786, e termina al crepuscolo del 24 settembre (2 di Tishrì).

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