
Ore decisive in Medio Oriente. Nella notte tra mercoledì e giovedì, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato ufficialmente che Israele e Hamas hanno firmato la prima fase del piano di pace americano, aprendo così la strada a una fine della guerra nella Striscia di Gaza e al rilascio imminente di tutti gli ostaggi israeliani.
In un post pubblicato sulla sua piattaforma Truth Social, Trump ha dichiarato:
“Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno firmato la prima fase del nostro piano di pace. Tutti gli ostaggi saranno liberati molto presto, e Israele ritirerà le sue forze fino a una linea concordata, come primo passo verso una pace forte, stabile e duratura. Tutte le parti riceveranno un trattamento equo. Questo è un grande giorno per il mondo arabo e musulmano, per Israele, per i Paesi della regione e per gli Stati Uniti. Ringraziamo i mediatori di Qatar, Egitto e Turchia che hanno lavorato con noi per rendere realtà questo evento storico e senza precedenti. Beati i costruttori di pace”.
Quasi in contemporanea, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha scritto:
“Con l’aiuto di D-o, riportiamo tutti a casa”.
“Un grande giorno per Israele. Domani convocherò il governo per approvare l’accordo e riportare a casa tutti i nostri cari ostaggi.
Ringrazio i coraggiosi soldati dell’IDF e tutte le forze di sicurezza: grazie al loro coraggio e al loro sacrificio siamo arrivati a questo giorno.
Ringrazio dal profondo del cuore il presidente Trump e il suo team per il loro impegno in questa sacra missione di liberazione dei nostri ostaggi.
Con l’aiuto di D-o, insieme continueremo a raggiungere tutti i nostri obiettivi e ad ampliare la pace con i nostri vicini”.
Secondo fonti saudite e libanesi, la firma ufficiale dell’accordo di cessate il fuoco è prevista per oggi alle ore 12:00 al Cairo, con la partecipazione delle delegazioni israeliana e di Hamas. Le ultime ore sono state caratterizzate da un clima di ottimismo crescente: i negoziati si sono conclusi con la definizione dei dettagli tecnici e linguistici dell’intesa, dopo settimane di trattative complesse.
Il primo passo concreto sarà il rilascio simultaneo di 20 ostaggi israeliani vivi, previsto tra sabato e domenica, accompagnato dalla restituzione di alcuni corpi di ostaggi caduti. Gli altri verranno riconsegnati in fasi successive, secondo tempi stabiliti nell’accordo.
L’annuncio è stato accolto con emozione in Israele. Le famiglie degli ostaggi hanno espresso sollievo e speranza: “Il governo deve approvare immediatamente l’accordo. Ogni ritardo può costare caro agli ostaggi e ai soldati” ha dichiarato il Quartier Generale di alcune delle famiglie. “La nostra responsabilità morale e nazionale è riportare tutti a casa, vivi e caduti”.
Le immagini provenienti dall’Egitto mostrano scene senza precedenti: membri delle delegazioni israeliana, palestinese e dei Paesi mediatori che si stringono la mano e si abbracciano. In una foto simbolica si vede il generale israeliano in riserva Nitzan Alon, oggi incaricato dei negoziati sugli ostaggi, stringere la mano al Primo Ministro del Qatar, a dimostrazione della portata storica dell’intesa.
Israele entra in questa fase con una posizione chiara: difendere i propri principi e riportare ogni cittadino a casa, senza rinunciare alla sicurezza nazionale. L’accordo — frutto della determinazione israeliana — segna un passaggio potenzialmente decisivo verso la fine della guerra iniziata due anni fa, alla vigilia di Simchat Torah, il 7 ottobre 2023, giorno che ha cambiato per sempre la storia del Paese e del popolo ebraico.
Per milioni di israeliani e per la diaspora ebraica nel mondo, questo è un momento carico di speranza, di fede e di unità. La strada verso una pace duratura è ancora lunga, ma il ritorno degli ostaggi rappresenta una svolta storica, un raggio di luce che squarcia mesi di oscurità e dolore, e che riaccende la fiducia nella forza di un popolo che non smette mai di lottare per la vita e per la libertà.