
Momenti di grande gioia in Israele e in tutte le comunità ebraiche questa mattina per il rilascio tanto atteso dei 20 ostaggi israeliani ancora in vita, rimasti per oltre due anni nelle mani dei terroristi di Hamas. I primi 7 sono stati liberati alle 8 ora locale, gli altri 13 alle 9.
A Tel Aviv, una gremita “Piazza degli ostaggi” ha seguito in diretta il momento storico, tra lacrime, abbracci e applausi. Le immagini dei primi prigionieri che attraversano il confine sono state trasmesse in tempo reale dalle principali emittenti israeliane.
Il rilascio è avvenuto dopo una notte di intensi preparativi. Hamas aveva informato il Comitato Internazionale della Croce Rossa che la consegna sarebbe iniziata alle 8 locali da tre punti della Striscia di Gaza: Gaza City, l’area centrale e Khan Yunis, nel sud.
Un incontro tecnico tra i rappresentanti del movimento terroristico e la Croce Rossa ha definito i dettagli logistici e di sicurezza per il trasferimento. I primi 7 ostaggi, una volta presi in carico dalla Croce Rossa, sono stati consegnati all’IDF e trasferiti al campo di Re’im, dove hanno ricevuto le prime cure mediche e psicologiche. Successivamente, sono stati accompagnati in tre centri ospedalieri: lo Sheba Medical Center di Tel Hashomer, l’Ichilov Hospital di Tel Aviv e il Rabin Medical Center di Petah Tikva. Il processo di supporto continuerà per diversi giorni. Gli altri 13 sono stati consegnati alla Croce Rossa alle 9 locali a Khan Younis.
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è atterrato in Israele questa mattina. Secondo fonti diplomatiche, potrebbe incontrare alcuni dei rapiti liberati prima di pronunciare un discorso storico alla Knesset, previsto per il pomeriggio. In serata, Trump volerà a Sharm el-Sheikh per partecipare al vertice sul nuovo accordo di pace, al quale prenderanno parte anche la premier italiana Giorgia Meloni, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il re di Giordania Abdullah II.
“La guerra è finita. Il cessate il fuoco reggerà”, ha dichiarato il presidente americano al suo arrivo, sottolineando che il processo di mediazione condotto da Washington, con il sostegno di Qatar ed Egitto, “ha permesso di riportare a casa gli ostaggi e di aprire la strada a una stabilità duratura nella regione”.
La giornata del 13 ottobre 2025 entra così nella storia con questo momento di ritorno alla vita atteso con ansia dalle famiglie, dal popolo di Israele e da tutti gli ebrei del mondo.