
Inaugurata la filiale italiana di “Rachashei Lev ODV”, ONG che supporta i bambini malati di cancro e delle loro famiglie. La serata di presentazione si è svolta mercoledì 22 ottobre presso il Pitigliani. Il presidente dell’associazione, Daniel Di Porto, ha affermato che “Rachashei Lev rispecchia lo spirito ebraico: sentirsi responsabile l’uno per l’altro. È la prova del naasè venishmà”. Di Porto ha anche ringraziato Amedeo Moscato per aver dato al gruppo di Rachashei Lev Italia “l’opportunità di conoscere questa bellissima realtà”.
A condurre la presentazione è stata Ghila DeBenedetti, che ha parlato di come Rachashei Lev, fondata nel 1989 da Rav Reuven Geshayed, presente anch’egli alla serata, abbia svolto la proprio attività negli ospedali d’eccellenza in Israele, seguendoli dal momento della diagnosi in poi.
DeBenedetti ha riportato, “L’associazione si avvale di personale specializzato e di oltre 300 volontari che operano presso i reparti di oncologia pediatrica negli ospedali Sheba Medical Center di Tel Hashomer e il Tel Aviv Sourasky Medical Center”. Inoltre, all’interno dell’ospedale di Tel Hashomer, Rachashei Lev ha inaugurato nel 2007 “La Casa dei Bambini”, una struttura dotata di 20 suites che può ospitare nuclei familiari dei bimbi in cura, permettendo non solo maggiore vicinanza ai bambini ma anche di condividere questi momenti difficili con famiglie nelle stesse situazioni.
Rachashei Lev non si occupa solo di fornire supporto ai pazienti fornendo risorse e finanziando farmaci e viaggi per secondi pareri all’estero, ma organizza anche attività di intrattenimento e vacanze per portare un po’ di gioia ai bambini. Shimi Geshayed, CEO di Rachashei Lev, ha fatto riferimento alla sua esperienza con un bambino dell’associazione: “Voleva farmi capire quanto era importante per ogni persona e soprattutto per i ragazzi malati avere più esperienze positive possibili”.
L’idea di creare una filiale italiana è nata proprio nel soggiorno di un gruppo di ragazzi e volontari dell’associazione avvenuto del 2024 a Roma, organizzato su iniziativa di Daniel Di Porto. Un’esperienza memorabile, come dimostrato dai video di testimonianze proiettati nel corso della serata, nei quali i ragazzi e volontari ricordano con gioia la permanenza a Roma. “Bisogna dare un sorriso a questi ragazzi” commenta il rabbino capo di Roma Rav Riccardo Di Segni, che ricordando il soggiorno romano dei bambini ha aggiunto “È stato commovente quando mi hanno chiesto la berachà”.
L’associazione sta già organizzando il prossimo viaggio, con un gruppo 35 componenti tra bambini e accompagnatori.
La filiale italiana è già attiva su più progetti, come ha affermato Debenedetti. “Abbiamo collaborato con istituzioni comunitarie e volontari per supportare dei bambini israeliani e le loro famiglie che sono stati portati all’Ospedale Bambino Gesù di Roma per delle cure sperimentali. Abbiamo inoltre organizzato una giornata dedicata allo sport per i giovani della comunità, il cui ricavato è andato nell’acquisto di dotazioni di sicurezza per i bambini all’interno dell’ospedale durante il bombardamento dell’Iran a Israele”.
Difatti, il difficile periodo dei bambini in cura in Israele è stato complicato dai continui bombardamenti, come riportato da Daniel Di Porto. “Oltre alla chemioterapia e alle cure questi bambini dovevano convivere con preoccupazione dei propri familiari e amici in guerra, con il continuo spostamento nei bunker”.
È intervenuto anche il Dottor Cesare Efrati, che si è complimentato con l’associazione affermando il sostegno del Maghen David Adom in Israele e in Italia: “Le famiglie, i bambini, e i dottori hanno bisogno di fondazioni come queste, che hanno lo stesso cuore del profeta Eliseo: un cuore ebraico”.
Infine, è stata data la parola al fondatore di Rachashei Lev, Rav Reuven Geshayed, che ha ricordato il commento che ha condiviso con lui Shimon Peres z.l. nel 2010: “I membri di Am Israel hanno idee diverse, ma per Rachashei Lev esiste soltanto una parola: continuate a portare avanti questo progetto meraviglioso” chiudendo la serata con l’augurio che così come l’associazione ha portato speranza e supporto ai bambini in Israele, la filiale a Roma possa continuare in questo percorso.