Skip to main content

Ultimo numero Settembre – Ottobre 2025

Scarica il Lunario

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ISRAELE

    Salvata nel Giordano una rara tartaruga dal guscio molle

    Durante le recenti festività in Israele, un salvataggio straordinario ha attirato l’attenzione degli ambientalisti: una rara tartaruga dal guscio molle, specie minacciata e poco comune nei corsi d’acqua del Paese, è stata trovata ferita nel fiume Giordano. Un filo da pesca le era rimasto impigliato nel becco, ennesimo segnale dei danni che l’attività umana continua a infliggere alla fauna selvatica.

    Il ritrovamento ha attivato subito l’intervento dell’Autorità per la Natura e i Parchi d’Israele, che ha soccorso l’animale e lo ha trasferito al Centro di Acclimatazione della Fauna Selvatica nella Valle di Hula, gestito dal Keren Kayemeth LeIsrael – Jewish National Fund (KKL-JNF). Le analisi veterinarie hanno, però, rivelato una situazione più grave del previsto, in quanto la tartaruga aveva ingerito due ami da pesca, probabilmente abbandonati dai pescatori nella zona.

    La direttrice del centro, la dottoressa Rona Nadler Valency, ha raccontato che casi simili sono purtroppo frequenti: “La maggior parte delle tartarughe che curiamo arriva con lesioni provocate da ami, che spesso risultano letali. Tuttavia, è la prima volta che incontriamo una tartaruga dal guscio molle”.

    Dopo i primi interventi di emergenza, l’esemplare è stato curato con antibiotici e antidolorifici e ha ricevuto il nome significativo di Shalom, simbolo di pace e rinascita. Successivamente, è stata trasferita al Centro Nazionale di Soccorso delle Tartarughe Marine di Mikhmoret, dove ha proseguito la convalescenza sotto stretta osservazione e, solo dopo un periodo di riabilitazione, potrà tornare nel suo habitat naturale.

    Anche Guy Ivgi, responsabile delle cure a Mikhmoret, ha raccontato le delicate operazioni eseguite per salvare Shalom: “Le radiografie mostravano più ami nel corpo della tartaruga. Due, bloccati nell’esofago, sono stati rimossi chirurgicamente, mentre un terzo, nel sistema digerente, è stato lasciato al suo posto, poiché dovrebbe essere espulso naturalmente”.

    Il caso di Shalom ha riacceso il dibattito sull’impatto della pesca non controllata e sull’urgenza di ridurre al minimo l’inquinamento dei fiumi. Piccole disattenzioni umane, ricordano gli esperti, possono costare la vita a intere specie.

    CONDIVIDI SU: