
Si è tenuta allo Yad Vashem di Gerusalemme la cerimonia di commemorazione in occasione dell’82esimo anniversario della deportazione degli ebrei di Roma del 16 ottobre 1943. Un momento di raccoglimento e memoria, organizzato dall’Associazione degli ebrei d’Italia in Israele (Hevrat Yehudè Italia Be-Israel), per commemorare e ricordare una delle più tragiche pagine della Storia. Alla cerimonia hanno preso parte i rappresentanti dell’Ambasciata d’Italia in Israele e del Consolato d’Italia a Gerusalemme, la Senatrice Ester Mieli ed esponenti delle Istituzioni italiane.
La commemorazione si è aperta nell’ Ohel Yizkor, la Tenda della Rimembranza, con l’accensione del fuoco perenne. L’Ambasciatore d’Italia in Israele, Luca Ferrari, insieme a due carabinieri ha deposto una corona in ricordo delle vittime trucidate durante la Seconda guerra mondiale, mentre l’architetto David Cassuto ha letto il Kaddish, la preghiera ebraica per i defunti.
Successivamente, i partecipanti si sono spostati nel Centro di Ricerche dello Yad Vashem, dove si è tenuto un incontro sul tema “Subito dopo la liberazione: l’ebraismo italiano di fronte alla svolta”.
Nel discorso di apertura, Vito Anav, presidente della Hevrat Yehudè Italia Be-Israel, ha sottolineato l’importanza della memoria, un dovere verso noi stessi e le generazioni future, un “doveroso atto di conoscenza del proprio passato, necessaria ma non sostitutiva all’imperativo ‘Ricorda’. Ricorda a te stesso ogni giorno, ai tuoi figli in ogni occasione, esamina con loro il passato, spingili a interiorizzare e a fare proprio quanto avvenuto”. Sono seguiti gli interventi dell’Ambasciatore Ferrari, di Mario Venezia, presidente del Museo della Shoah di Roma (in collegamento via zoom) e di Samuele Rocca, presidente della Commissione cultura Hevrat Yehudè Italia Be-Israel, che ha presentato una relazione dal titolo “La lenta ripresa delle comunità ebraiche nell’Italia del secondo dopoguerra (1943-1958)”.
Hanno portato la loro testimonianza Giorgio Finzi, figlio di un deportato del 16 ottobre 1943, e Sergio Del Monte con il suo contributo “La famiglia Del Monte a Roma nel secondo dopoguerra”. L’intervento di Gaia Piperno Besso ha concluso l’incontro.













