
Dopo vent’anni dal matrimonio Yitzchak e Rivkà riuscirono finalmente ad avere dei bambini. La gravidanza non era stata facile perché, con sorpresa della madre, era rimasta incinta con due gemelli che “si urtavano nel ventre” (Bereshìt, 25:22).
Dopo i mesi della gravidanza nacquero due gemelli: “Il primo che uscì era rosso, tutto come una pelliccia e lo chiamarono Esau. Poi usci suo fratello che teneva con la mano il calcagno di Esau e lo chiamarono Ya’akov” (ibid., 25:26).
Chi era il primogenito? Rashì (Troyes, 1040-1105) commenta che ha sentito una interpretazione da un Midràshdove è detto che Ya’akov afferrava giustamente il calcagno di Esau per fermarlo. Questo perché Ya’akov era stato concepito per primo e Esau dopo di lui. Se infatti si inseriscono due sassi in un tubetto, il sasso che è stato inserito per primo, esce secondo e quello che è entrato per secondo esce per primo. Ya’akov voleva fermare il fratello perché era stato concepito per primo e voleva uscire anche per primo per poter essere legalmente il primogenito.
Yitzchak Hutner (Varsavia, 1906-1980, Gerusalemme) nella sua opera Pachad Yitzchak (citato nel Pentateuco Art Scroll) spiega che la “disputa” tra Ya’akov e Esau consisteva su chi avrebbe continuato la missione spirituale di Avraham e di Yitzchak. Poiché Ya’akov era stato concepito per primo, era lui il primogenito spirituale che aveva quindi il diritto di ricevere le benedizioni che spettavano al primogenito.
In effetti dalla Torà impariamo che vi sono due tipi di primogeniti. Il primogenito nato dalla madre è soggetto al pidion ha-ben, e dopo trenta giorni dalla nascita il padre deve dare cinque sicli al kohen per riscattare il neonato. Il primogenito del padre ha il diritto di ricevere due parti dall’eredità alla morte del padre.
Se un padre ebreo ha avuto figli da più mogli, è obbligato a riscattare ogni primo nato da ognuna delle mogli. Poiché il riscatto va fatto per ogni primo nato da madre ebrea, nel caso di una proselita, anche se il neonato è stato concepito prima della conversione, ma è nato dopo che la madre è diventata ebrea, è soggetto al pidion he-ben. Se la madre ha avuto una gravidanza infelice con un feto che non è nato vivo, il nato successivo non è più considerato il primogenito della madre. Se la nascita è avvenuta tramite parto cesareo, il neonato non è considerato primogenito perché non è uscito naturalmente dal ventre della madre. Il figlio successivo anche se nato da un parto naturale non è primogenito perché ha un fratello nato prima di lui. Nel caso di due gemelli nati tramite parto cesareo, nessuno dei due è considerato primogenito.
Nella Torà vi è un altro evento nel quale, con sorpresa di tutti, nacquero due gemelli maschi. Tamar ebbe due gemelli da Yehuda, Peretz e Zerach: “Quando venne il momento di partorire ecco che aveva in grembo dei gemelli” (Bereshìt, 38:27). Durante il parto l’ostetrica legò un filo scarlatto a Zerach che aveva messo fuori una mano per indicare che era il primogenito. Poi invece ritirò la mano e il fratello Peretz uscì per primo. E così fu Peretz il primogenito.













