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    I libri del lunedì. “Amare gli ebrei. Odiare Israele”

    Valentino Baldacci pubblica “Amare gli ebrei. Odiare Israele”, con la prefazione di Noemi Di Segni, per i tipi di Aska, di Firenze, 2020, pagine 200, euro 15.00. Amare gli ebrei, odiare Israele, è il giusto corollario della visione di Alan Dershowitz e di Thomas Friedman, di Israele quale ebreo fra le nazioni, Stato reietto nella medesima misura in cui erano reietti gli ebrei sotto il fascismo ed il nazismo.

    Si tratta di una raccolta dei suoi articoli per Moked; per me che l’ho letto, è un libro affascinante. Anzitutto, se penso a quanto si trova in giro per l’Italia, anche negli editoriali (è tanta la mia voglia di fare nomi) è realmente un peccato che questi suoi scritti non siano pubblicati nei quotidiani di maggior diffusione, perché Valentino Baldacci ha una padronanza della lingua che ormai sono in pochi ad avere, unita ad una intelligenza, una cultura ed una precisione davvero introvabili.

    Forse il suo peccato d’origine è quello di appartenere ad una razza estinta, quella del pensiero democratico, laico, liberale e di sinistra, ormai soppiantato da garruli e molto presunti intellettuali che fanno a gara a chi scrive più sciocchezze; anzi, sparare apoditticamente delle atrocità prive di qualsiasi senso, è diventato uno status symbol che consente di ricevere la patente da intellettuale. Però non bisogna poi meravigliarsi se il web pullula di ignoranti/odiatori/antisemiti che si sono abbeverati alle vere e proprie idiozie che sono il marchio di fabbrica di tanti opinion makers (ossia, cattivi maestri).

    A Valentino Baldacci, in ciascun paragrafo, riesce la magia di fondere in poche parole storia, cultura ed opinione, unita a giudizi sferzanti, però mai sgarbati, dai quali anche un accanito lettore come me ha tanto da imparare.

    Consiglio caldamente questo volume pro israeliano, perché l’autore è un Maestro dell’opinione critica e mai un apologeta; si cercherebbe invano una goccia di livore e di acredine, si cercherà invece, con successo, il giudizio tecnico e morale, frutto del pensiero e della ragione.

    Perché non consigliare la lettura di questo libro nelle scuole, a partire dalle nostre? I giovani apprenderebbero l’arte di scrivere in un italiano perfetto (fiorentino, et pour cause), l’arte della ricerca, l’arte di collegare i dati (ossia, l’arte di ragionare).

    Soprattutto, nella comparazione, i giovani imparerebbero a riconoscere ed a scartare quella messe infinita di castronerie che tanti incapaci e plagiari sfornano periodicamente. Sono certo che la Presidente Ruth Dureghello sarebbe incantata dalla lettura di questo libro appena uscito, e sono più che sicuro che si unirebbe ai miei auspici di diffusione di un pensiero così elegante, preciso e sensibile.    

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