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    Bagni misteriosi ed estati metafisiche. Due opere di de Chirico a Gerusalemme

    Le immagini e i temi creati da Giorgio de Chirico (Volos 1888 – Roma 1978) lungo il corso della sua vita sono il frutto di stratificazioni in cui visioni, riferimenti culturali e vicende biografiche si sovrappongono creando combinazioni che hanno il sapore di enigmi da svelare. Nell’autunno del 1910, quando ebbe inizio a Firenze la sua ricerca, l’artista trasformò grazie a una “rivelazione” una piazza – quella di Santa Croce – in un dipinto ‘L’énigme d’un après-midi d’automne’ in cui quello spazio prendeva le sembianze di un misterioso luogo di costruzioni classiche. Attraverso quel superamento della realtà, chiamato appunto Metafisica, dove spesso le connessioni logiche sembrano assenti, de Chirico ha rielaborato i riferimenti del mondo tangibile mescolando luoghi e tempi diversi. È così possibile rintracciare nella sua produzione sia l’influenza delle tante città in cui si è spostato (per esempio della Ferrara ebraica rappresentò i tipici biscotti delle antiche botteghe) sia delle letture, soprattutto filosofiche, che hanno accompagnato la sua esistenza.

     

    Due opere di piccolo formato conservate all’Israel Museum di Gerusalemme permettono di comprendere una delle sue invenzioni più note degli anni Trenta: quella dei “Bagni misteriosi” destinati, fin dalla loro apparizione, a tornare nella sua produzione fino agli anni Settanta caratterizzati da una ripresa dei temi affrontati nei decenni precedenti. Nel museo israeliano si trovano un disegno dal titolo ‘I bagni misteriosi’ (1934) e un dipinto ‘Il sognatore poetico’ (1937). L’occasione di poter vedere in una stessa collezione una coppia di lavori di questo ciclo e di tale qualità e datazione, rappresenta un fatto raro nonché una presenza “italiana” importante fuori dai confini nazionali.

     

    De Chirico realizzò questo tema per la cartella di dieci litografie per il volume ‘Mythologie’ (1934) di Jean Cocteau, in cui le copie di lusso erano corredate ciascuna da un disegno autografo assimilabile per dimensione a quello di Gerusalemme. Come si vede dal foglio de ‘I bagni Misteriosi’ nel paesaggio desolato sono collocate vasche circolari, riempite di acqua con onde a zig-zag, in cui si accede tramite una scaletta collegata a misteriose cabine balneari. Alcuni bagnanti si immergono in questa sostanza (che nelle pitture ha il colore del legno) mentre altre figure vestite restano isolate nella pianura. Il riferimento utilizzato da de Chirico per la costruzione dell’immagine è duplice e da rintracciare negli stabilimenti balneari di inizio Novecento frequentati nella sua infanzia a Volos, ma anche dalla scaletta del mare in burrasca di una grafica di Max Klinger del 1890-1893 (Accordi – Brahmsphantasie Opus XXII).

     

    Per avere la spiegazione più completa sulla genesi di questi “bagni” giocosi e apparentemente indecifrabili bisognerà attendere circa quarant’anni dalla realizzazione, quando nel 1973 de Chirico fu chiamato a progettare una fontana con questi elementi per il Parco Sempione a Milano: «L’idea dei ‘bagni misteriosi’ mi venne una volta che mi trovavo in una casa ove il pavimento era stato molto lucidato con la cera. Guardai un signore che camminava davanti a me e le di cui gambe riflettevano nel pavimento. Ebbi l’impressione che egli potesse affondare in quel pavimento, come in una piscina, che vi potesse muoversi e anche nuotare. Così immaginai delle strane piscine con uomini immersi in quella specie di acqua-parquet, che stavano fermi, e si muovevano, ed a volte si fermavano per conversare con altri uomini che stavano fuori della piscina pavimento».

     

    ‘Il sognatore poetico’, di qualche anno successivo, è stato probabilmente dipinto durante un lungo soggiorno a New York dove de Chirico si occupò tra l’altro di eseguire una decorazione per il salone di bellezza di Helena Rubinstein e una copertina per Vogue. In stretta relazione con il tema dei ‘Bagni misteriosi’ questa sorta di ritratto si concentra sul volto di un personaggio che guarda lontano ed è illuminato da bagliori rossastri. Le cabine colorate con le loro rigide bandierine, che prima erano nelle vasche, sono una corona sulla testa del ‘Sognatore’. Le estati dell’infanzia, le visioni metafisiche sono ormai diventate pensiero.

     

     

    Ph. G. de Chirico, Il Sognatore poetico, 1937, olio su tela, cm 36,5×27,8; G. de Chirico, Bagni misteriosi, 1934, matita su carta, cm 28,3×22. Gerusalemme, The Israel Museum – Courtesy Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, Roma.   

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