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    “Il corpo e il nome”: per l’anniversario delle Fosse Ardeatine un documentario Rai rivela la storia di una vittima dell’eccidio

    Dare un nome alle vittime ignote dell’eccidio Fosse Ardeatine, avvenuto il 24 marzo del ‘44. Questa la missione che qualche anno fa ha spinto Michela Micocci, ricercatrice e documentarista, a scoprire l’identità di quelle persone per le quali “non c’è mai stata memoria”. Da questa ricerca è nato il docufilm “Il corpo e il nome. Gli ignoti delle Fosse Ardeatine”, diretto da Daniele Cini e prodotto da SD Cinematografica in collaborazione con Rai Documentari.

     

    Il documentario è stato presentato alla stampa presso la Sala “Caduti di Nassirya” del Senato. Presenti alla conferenza oltre all’autrice de “Il corpo e il nome” Michela Micocci e al regista Daniele Cini, anche il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, il direttore di Rai Documentari Fabrizio Zappi, il produttore Alessandro Centenaro e David Reicher, figlio di Marian Reicher, ebreo polacco, del cui tragico destino si erano ormai perse le tracce prima del recente ed inaspettato riconoscimento tra gli “ignoti” delle Fosse Ardeatine.

     

    Il massacro delle Fosse Ardeatine, “è stata una delle pagine più drammatiche e dolorose del Novecento” ha affermato l’onorevole Gasparri, che ha sottolineato come questo crimine sia stato “segnato dall’odio razziale e antisemita”. Delle 335 vittime, di cui 75 di origine ebraica, di alcuni fino ad oggi non si era riusciti a dare un nome. Spinte dalla volontà di dare loro un’identità, una storia a quasi 80 anni dalla strage, tre giovani donne, una documentarista, un’archivista e una biologa forense, sono riuscite, collaborando insieme, a risolvere parte di questo mistero e a restituire alle famiglie, sparse in giro nel mondo, un’identificazione di almeno 5 di questi corpi ignoti, tra cui proprio quello di Marian Reicher. Infatti il documentario ruoterà attorno alla storia di quest’uomo al quale è stata restituita la memoria, di cui il figlio David non sapeva nulla. Grazie al duro lavoro di queste tre professioniste David Reicher ha potuto commemorare il padre per la prima volta nell’ottobre del 2021.

     

    “È stata una forte emozione per me scoprire cosa successe a mio padre durante la guerra. – ha raccontato David Reicher a Shalom – Prima di incontrare Michela, io non sapevo nulla, mio padre lasciò casa un giorno e non fece più ritorno”.

     

    Durante la presentazione l’autrice del documentario ha approfondito cosa l’ha spinta a intraprendere questo viaggio che l’ha portata da Roma a Firenze, dall’Abruzzo alla campagna Londinese, fino a Tel Aviv, dove si è incontrata per la prima volta con David.

     

    “Quando ho scoperto la storia di queste vittime rimaste ignote, ho iniziato immediatamente la ricerca, per me era doveroso dare a queste persone un nome” ha spiegato Michela Micocci.

     

    “Riuscire a raccontare storie di questo tipo ci fa diventare più umani”, ha affermato il regista, che ha ricordato anche un’altra pagina tragica dell’occupazione nazista, il 16 ottobre 1943.

     

    Il direttore di Rai Documentari invece si è voluto concentrare sull’originalità di questo prodotto, infatti il documentario secondo Zappi è capace di “raccontare la vicenda in maniera più accattivante”.

     

    “Il corpo e il nome. Gli ignoti delle Fosse Ardeatine” andrà in onda questa sera in seconda serata su Rai Tre e sarà disponibile in streaming su Rai Play.

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