Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    Arriva su Netflix ‘’The Lost Daughter’’, tratto dal libro della Ferrante – Quando un libro italiano incontra una produzione israeliana

    È stata recentemente annunciata dal Time Of Israel l’imminente uscita della versione cinematografica di “The Lost Daughter” tratto dal libro dell’acclamata scrittrice Elena Ferrante, conosciuto dal pubblico italiano come “La figlia oscura” (Edizioni E/O).

     

    Ci sono volute due produttrice israeliane e l’attrice Maggie Gyllanhaal, nelle vesti, per questa volta, di sceneggiatrice e regista, insieme a un cast d’eccezione per adattare “La figlia oscura” in un film. Trasformando una complessa storia di maternità in una pellicola avvincente e inquietante al contempo.

     

    Il film è attualmente in programmazione nei cinema israeliani e sarà disponibile su Netflix a partire dal 31 dicembre 2021. La meravigliosa Olivia Colman – nota a tutti noi come la monarca di mezza età Elisabetta in “The Queen”- è Leda, una professoressa inglese in vacanza in Grecia, che si ritrova a vivere la sua libertà durante un viaggio di lavoro.

     

    La donna decide di allontanarsi dalla spiaggia all’arrivo di un gruppo di americani piuttosto rumorosi. Nonostante il suo evidente fastidio, è incuriosita, e si ritrova così ad osservare Nina, alias Dakota Johnson, una seducente mamma ventenne, ma attenta, che giace su una sedia a sdraio mentre la sua giovane figlia gioca nelle vicinanze.

     

    I momenti tra Nina e sua figlia proiettano Leda in una serie di flashback, in cui Olivia, giovane madre, lotta per bilanciare le esigenze di due bambini piccoli con le sue stesse scadenze come accademica ambiziosa.

     

    Il film intervalla flashbacks a colpi di scena inaspettati, così Leda si ritrova sempre più coinvolta nella storia, fatta di luci ed ombre, di Nina e di sua figlia. 

     

    Una sfida audace quella di trasformare un romanzo del calibro della Ferrante, capace di scavare nel profondo dei sentimenti dei genitori e dei figli, in un film mainstream. Ma questa è stata la sfida di Gyllanhaal, insieme alle produttrici israeliane Talia Kleinhendler e Osnat Handelsman-Keren di Pie Films.

     

    Le tre si sono incontrate per la prima volta lavorando a “The Kindergarten Teacher”, il pluripremiato film scritto dal regista israeliano Nadav Lapid, che Kleinhandler ha poi voluto adattare in un ambiente newyorkese, con protagonista Gyllanhaal, che ha subito accettato la parte. 

    Ad un pranzo dì lavoro, le due produttrici hanno chiesto a Gyllanhaal se avesse mai pensato di dirigere un film. In risposta, Gyllanhaal ha portato le due produttrici in una libreria locale, nel Greenwich Village, decidendo di comprare loro “I giorni dell’abbandono” di Elena Ferrante, la loro prima lettura di gruppo di un libro dell’autrice. 

     

    Dopo aver letto – e amato – il romanzo, ci è voluto del tempo per rintracciare l’editore italiano. Sebbene il libro fosse stato apprezzato da tutti, aveva una serie di problematiche legate ai diritti. Così si è scelto di adattare “La figlia oscura”,  un romanzo della Ferrante, precedente e meno noto, considerato la radice dei suoi romanzi successivi.

     

    “Ci è piaciuto molto. – ha detto Handelsman-Keren – Pensavamo tutti che fosse un libro perfetto da adattare, con quel tipo di verità sull’esperienza femminile che nella Ferrante è molto presente, specialmente in questo romanzo.”

    CONDIVIDI SU: