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    Cannes: il cartoon di Ari Folman, la storia di Anna Frank un passo in più per avvicinare le nuove generazioni al passato

    Ari Folman, regista israeliano, conosciuto già per “Valzer con Bashir”, propone un interessante film d’animazione basato sul famoso e toccante diario di Anne Frank, simbolo universale di un’infanzia rubata. Il film d’animazione, fuori concorso, verrà presentato a Cannes. Un cartoon che parte dalle pagine più tristi e oscure del passato e arriva a parlare anche del presente, coniugando armoniosamente la storia di ragazzi rifugiati e vessati dalla Shoah alla storia dei giovani attivisti di oggi. Il cartoon, dal titolo originale “Where is Anne Frank” è stato dedicato ai genitori del regista, “ai miei genitori sopravvissuti alla Shoah, deportati ad Auschwitz nei giorni in cui la famiglia di Anna Frank entrava nel campo di Bergen-Belsen. Da bambino ho sentito tante storie da loro, storie che non avrei voluto sentire, ero troppo piccolo per ascoltarle. Quello che credo sia la forza del diario e la ragione del successo tra i più giovani, è che in questo libro non c’è violenza, non c’è orrore ma l’intimità di una ragazza e la sua crescita” dice il regista alla Repubblica. Il cartoon nasce da un progetto in collaborazione con la fondazione Anne Frank di Basilea; e si propone di avvicinarsi ai ragazzi al fine di permetter loro di comprendere la storia e confrontarsi con questa. Folman, aveva già contribuito a far diventare Anne Frank un simbolo internazionale, avvicinandola alle nuove generazioni grazie al suo libro “Anne Frank, Diario” edito da Einaudi (2017) testo che fu un evento internazionale, essendo il primo graphic novel tratto dal libro che ha fatto conoscere la tragedia dell’Olocausto a milioni di ragazzi. “Where is Anne Frank”, un titolo estremamente enigmatico, senza punto interrogativo alla fine della frase, come se Anne fosse ancora tra noi, tra tutti coloro che si sentono perseguitati e hanno tanto da imparare dalle pagine della storia. L’espediente geniale del cartoon risiede nel non rendere protagonista Anne bensì Kitty. La storia prende vita nella casa museo di Amsterdam, direttamente dalla teca dove oggi stesso viene conservato il diario, Kitty diventa reale, una ragazza con abiti stile anni Quaranta e fluidi capelli rossi. Esplora le vie di Amsterdam e tutti i luoghi appartenuti ad Anne Frank, la casa, il teatro, la biblioteca. Camminando però il destino di Kitty si intreccia con altri bambini rifugiati, e tra loro con Awa, una bambina fuggita dal Mali e dalla guerra. “Non è nostra intenzione fare un paragone tra le due realtà, quello che volevamo è cercare un’eredità per il messaggio di Anne attraverso il personaggio di Kitty e poi quello di Awa, un passaggio di testimone attraverso il diario” dice Folman alla stampa,  “come Otto Frank nella sua vita ha lavorato per sostenere tante organizzazioni a favore dei diritti dei bambini anche questo film vuole ricordare che nel mondo ci sono ancora tante guerre e che un bambino su cinque è in pericolo” conclude il regista. Un progetto didatticamente importante è quello che Folman porterà a Cannes, un messaggio di libertà per ricordare quanto sia importante non dimenticare.

        

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