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    Clara Lemlich: una donna di valore da riscoprire

    Il Museo ANU di Tel Aviv custodisce all’interno del Oster Visual Documentation Center una fotografia molto significativa scattata nel 1909 a New York in cui sono ritratte un gruppo di donne che partecipano al New York shirtwaist strike noto come Rivolta dei 20.000 tra di loro Clara Lemlich

    su cui il giornalista Ushi Derman, ha condotto approfondimento che merita di essere ripreso per i lettori di Shalom.

    Clara Lemlich era nata nel 1886 nella città ucraina di Gorodok, nel 1903, dopo aver assistito alla crescita esponenziale dell’antisemitismo e ai pogrom di Kishinev, la famiglia decise di lasciare il proprio paese per emigrare negli Stati Uniti.

    Clara fin da piccola aveva fortemente voluto studiare ma sapeva solo l’Yiddish, si ritrovò così, come molte altre immigranti, nella stragrande maggioranza ebree o italiane, con la sola possibilità di essere impiegata nell’industria tessile. La giornata lavorativa durava non meno di undici ore, per 6 giorni lo stipendio settimanale raggiungeva a stento i 3 dollari. “Siamo sfruttate allo stremo, in condizioni disumane”, diceva Clara a 17 anni, nei mesi successivi cominciò a riunirsi con un gruppo di donne. La prima manifestazione organizzata cui partecipò si svolse il 22 novembre del 1909, dopo aver seguito i discorsi dei leader socialisti della Lower East Side di New York Clara salì sul palco: “vi ho ascoltati fin troppo – disse –  non ho tempo da perdere, sono una lavoratrice, non posso più tollerare le nostre inaccettabili condizioni di lavoro. Siamo qui per dichiarare, ora, uno sciopero generale.” La protesta si concretizzò, dopo lunghe ed estenuanti trattative l’orario di lavoro e gli stipendi cominciarono a salire.

    Clara Lemlich divenne una delle donne simbolo dell’emancipazione femminile dell’inizio del XX secolo. Il 25 marzo 1911 avvenne a New York il gravissimo incendio della fabbrica Triangle che causò la morte di 146 persone per la maggior parte immigrate ebree e italiane, Clara Lemlich non mancò di far sentire la sua voce di conforto e di aiuto. Per il suo ruolo trainante nel sindacato cominciò ad essere osteggiata in azienda e decise di impegnarsi per dar vita ad un comitato permanente di sostegno alle donne lavoratrici. Negli anni del crollo di Wall Street, della profonda crisi economica e finanziaria fu nuovamente una voce forte e ascoltata e così per i successivi decenni. La sua lunga vita si concluse a 96 anni in una casa di cura a Los Angeles.  

    Nelle foto:  Members of the women’s trade union league demonstrating for the organization of working women, NYC 1909 (New York University, Robert P. Wagner Labor Archives. The Oster Visual Documentation Center, ANU – Museum of the Jewish People) 

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