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    Le serie tv e la nuova vita del libro – parla Omri Givon, il creatore di “Quando gli eroi volano”

    Ha scritto e diretto “Hostages”, la prima serie TV Israeliana acquistata da Netflix. Poi ha creato “Quando gli eroi volano”, serie ispirata al libro di Amir Gutfreund “Per lei volano gli eroi” (in Italia edito da Neri Pozza). Omri Givon, nato in Israele nel 1977, vive e lavora a Tel Aviv. Lui ha aperto le porte, assieme ad una schiera di sceneggiatori e registi israeliani, al successo internazionale delle serie TV “Made in Israel”. Shalom lo ha intervistato sul tema di come i libri intraprendono una nuova vita sul piccolo schermo, e sui segreti del mestiere degli sceneggiatori israeliani.

     

    Come hai scelto il libro di Amir Gutfreund “Per lei volano gli eroi” per la tua serie tv “When Heros Fly”?

     

    Tutto è iniziato quando Karni Ziv (ai vertici dell’emittente israeliana Keshet per le serie tv) mi ha chiamato dicendo che aveva letto il libro e che una parte di quest’ultimo era adatto per una serie TV. Infatti la serie tratta soltanto la fine del libro, non l’intera storia, riproponendola come completa sul piccolo schermo. Il libro descrive le relazioni, i rapporti tra i personaggi nell’arco di decenni. Mi era chiaro che era impossibile mettere tutto in una stagione di una serie TV.  Così ne ho preso una parte e l’ho trasformata in storia per la serie.

     

    In Italia abbiamo molti sceneggiatori che si ispirano ai libri per le serie. In Israele non è così, e tu sei un esempio molto raro. Perché?

     

    Il lavoro di adattamento di un libro per la TV è molto complesso e legato a questioni di budget, che in Israele è in genere molto limitato. Quindi le storie devono essere “piccole” e ben focalizzate.

     

    Quali sono le sfide che affronta uno sceneggiatore per un adattamento?

     

     La cosa peggiore che si possa fare è cercare di inserire l’intera trama del libro nelle pagine della sceneggiatura. E’ impossibile. Bisogna cercare di cogliere il cuore e l’essenza della storia.

     

    Che tipo di caratteristiche deve avere un libro per essere adattato?

     

    Un libro che può funzionare deve avere una narrativa chiara e nitida. Un libro che si concentra su descrizioni e personaggi piuttosto che su una storia forte sarebbe difficile da trasformare in una serie TV.

     

    Tu hai creato Hostages, la prima serie israeliana di Netflix uscita nel 2013. Una serie che ha aperto le porte al successo internazionale delle produzioni israeliane. Secondo te le serie TV “Made in Israel” perché hanno molto successo all’estero? Cos’è che le rende universali?

     

    Penso che in Israele non abbiamo il privilegio di avere grandi budget, quindi dobbiamo puntare su storie potenti, forti. In Israele abbiamo una grande concentrazione di conflitti, e c’è tutto di tutto, per questo è un terreno dove spuntano storie affascinanti.

     

    Mi hai detto che stai lavorando a 7 nuovi progetti. Puoi anticiparci qualcosa?

     

    Si, lavoro su diversi progetti, alcuni basati su idee originali, altri ispirati a storie e libri, nell’ambito della suspense e dell’azione, e c’è anche qualche accenno ai mondi fantastici.

     

    Omri Givon è ospite oggi alle 20,30 ad Ebraica – Festival Internazionale di Cultura per il panel “Cinema e Serie TV. La nuova vita del libro”, assieme a Gioacchino Criaco, Alessandro D’Alatri, Mauro Donzelli e Fabrizio Zappi.

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