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    Strage di Hanau: è nella rete che vanno cercati i mandanti

    Ha ragione Guido Olimpio quando – sul Corsera di oggi e commentando il massacro di Hanau – afferma che parlare di una vera e propria “internazionale” del terrorismo neonazista forse rappresenta un azzardo: dietro gli attentatori di Oslo, Auckland, ElPaso – e in ultimo Hanau – non c’è di fatto nessuna rete internazionalista, nessuna organizzazione, nessun contatto reale sinora accertato. Non c’è, per intenderci, lo Stato islamico che da una parte organizzava e pianificava e dall’altra ispirava l’azione dei lupi solitari. Siamo di fronte a un fenomeno in un certo senso “spontaneo” che però passa attraverso la rete. E’ nella rete che le parole d’odio si rimpallano tra i quattro angoli della terra ed è nella rete che il terrore xenofobo si va montando sino a quando non arriva il “lupo solitario” che apre il fuoco. Ma quel  fuoco è solo un fulmine prodotto dall’accumularsi di un’elettricità xenofoba e razzista che sino a ieri correva sotto traccia e che oggi è emersa in tutta la sua pericolosità. L’immigrazione va fermata, lo straniero va demonizzato attraverso una serrata opera di propaganda, l’invasione combattuta a mano armato anche a costo della vita.

    Ciò pone alcuni nodi in evidenza. Uno riguarda le cosiddette “ parole d’odio” , espressione che messa così – e troppo spesso ripetuta nei talk-show e nelle aule parlamentari – rischia di ridursi a una formula vuota di senso ma che vuota non è per niente se decidiamo di farci un giro nella miriade di siti neofascisti che popolano la rete. E’ proprio lì che i killer – neofascisti o neonazisti che siano – trovano la loro ispirazione in base alla stessa dinamica che legava i “lupi solitari” all’Isis. 

    Un secondo nodo specifico riguarda l’antisemitismo. Che non sia mai morto lo sappiamo benissimo ma è un fatto che negli ultimi decenni aveva assunto caratteristiche essenzialmente “di sinistra” sotto le mentite spoglie dell’antisionismo militante e, questo sì, internazionalista. L’antisemitismo di destra, propriamente nazista, era un fenomeno residuale. Sull’onda della nuova destra anti-immigrati, questo antisemitismo di destra è risorto in tutta la sua sinistra potenza e a provarlo ci sono mille segnali tra i quali le scritte sui muri o sui selciati sono soltanto il più evidente.

    Infine, terzo nodo, bisogna mettere a fuoco – ma senza facili anatemi e guizzi propagandistici – il rapporto che c’è tra forze politiche ormai di massa, come l’AfD in Germania, e tragedie come quella di ieri. Non è un discorso facile, perché non si può dire che l’AfD sia apertamente antisemita né che foraggi o sia foraggiata dai nazisti. L’AdF, come la Lega in Italia e il Front National in Francia, sono fenomeni molto più complessi ma sta di fatto che un rapporto tra queste forze e l’esplosione di un terrorismo xenofobo, razzista e antisemita c’è di sicuro ed in tutta evidenza. E quel rapporto è arrivato il momento di analizzarlo, comprenderlo e affrontarlo.

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