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    Consiglio comunale di Reggio Emilia: prima demonizza Israele, poi solidarietà agli ebrei perseguitati

    Il 1° ottobre 2018 il Consiglio Comunale di Reggio Emilia
    ha adottato una risoluzione con la quale “esprime profonda preoccupazione per il ripetersi di gravi episodi di
    repressione e per l’uso smisurato ella forza da parte dell’esercito israeliano
    contro la popolazione civile palestinese, in particolare nella Striscia di
    Gaza. Si unisce alle richieste di un’indagine internazionale indipendente e
    chiede che vengano prese misure efficaci per proteggere la popolazione civile.
    Chiede che la comunità internazionale si adoperi per fare assumere a Israele le
    proprie responsabilità in quanto Paese occupante per il trattamento della
    popolazione civile secondo quanto previsto dal diritto internazionale
    umanitario. Chiede al Governo italiano e agli organi della Unione Europea di
    impegnarsi per la sospensione delle forniture di armi e attrezzature militari
    come chiesto anche da Amnesty International”. Non una parola su Hamas e sulle
    migliaia di razzi sparati su Israele, che risulterebbe occupante, ancorché
    abbia evacuato la Striscia.. Votano contro i Consiglieri Claudio Bassi (Forza
    Italia), Roberta Rigon (FDI) che aveva ben argomentato la
    sua posizione, dimostrando una notevole conoscenza, e Gianluca Vinci
    (Lega).  

    Quanto a noi, ci
    domandiamo, c
    osa succederebbe se Israele, essendo circondata da Paesi
    amanti della pace, rimanesse senza armi?

    Il 28 gennaio 2019, lo stesso Consiglio Comunale di
    Reggio Emilia, chiede le immediate dimissioni del senatore Elio Lannutti, per
    un tweet che richiamava i Protocolli dei Savi di Sion, in mancanza delle quali
    il gruppo del Senato del M 5S ne dovrebbe decretare l’espulsione; dopo aver
    premesso che il giorno prima era stata celebrata la Giornata della Memoria per
    le vittime dell’olocausto e dopo aver considerato che vi è un vergognoso
    risorgere dell’antisemitismo, esprime anche la propria solidarietà alla
    comunità ebraica italiana, condannando ogni forma di antisemitismo.  

    La consigliera Rigon si è così espressa al riguardo, nel
    corso dei lavori: “Pur giudicando negativamente, anzi condannando quanto
    pubblicato dal Senatore Lannutti, non posso tacere che la posizione nei confronti
    di Israele, in questa aula, vede espressioni alquanto contrastanti. Gli ebrei
    sembrano dover essere difesi solo riguardo alla Shoah. Facile, e aggiungo,
    anche doveroso, ricordare la Shoah e condannare quanto espresso dal Sen.
    Lannutti, ma non si possono approvare mozioni per disarmare Israele oggi, nei
    nostri giorni, e scandalizzarsi per un post contro gli ebrei di ieri. C’è chi
    dice che Israele sia stato creato come compensazione della Shoah. Io dico che è
    un falso e che piuttosto Israele è nato nonostante la Shoah! E oggi, purtroppo,
    ci troviamo problematiche ancora aperte, perché condannare non è sufficiente, è
    necessario capire. Capire che non si possono relegare gli ebrei alla tragedia
    della Shoah o definire gli ebrei solo come “vittime della Shoah”! Lo sono,
    certamente lo sono…ma non sono solo questo! Trovo indecoroso che si sia
    approvata una mozione che demonizza Israele, solo poche settimane fa e oggi, in
    modo disinvolto, ricordarsi degli ebrei, perché fa comodo. Vi faccio
    sommessamente notare che, in mancanza di revoca di quella mozione, la
    maggioranza dell’ebraismo italiano vedrà in questo documento più doppiezza che
    solidarietà”.

    Se si badasse a quanto giustamente asserito, fra altri,
    da Ernesto Galli della Loggia, nel convegno di Roma del 16 gennaio scorso, su
    ‘Usi e abusi della Shoà”, si potrebbe addivenire, nei riguardi dell’approccio
    agli ebrei, ad una lettura ancor più chiara dei rapporti fra queste
    fattispecie. Potrebbe trattarsi di una questione gnoseologica? Forse si tratta,
    calandosi su una dimensione sostanzialmente primitivistica, di un pensiero
    magico: pensare (non dirlo, pensare) che le parole non solo incidano sulla
    realtà, ma che possano pure sostituirla. 
    Se così fosse, ne sarebbero coinvolte la percezione della realtà ed il
    ricorso alla logica. Non è un fenomeno anomalo da ostracizzare: è soltanto
    ideologia, e ne facciamo uso tutti i giorni, sia per vivere che per
    sopravvivere.   

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