Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    I tanti fronti di una unica guerra contro Israele

    Un attentato condotto con un automobile o con il coltello contro civili che attendono a una fermata dell’autobus. L’appuntamento di tutti i venerdì con l’assalto di massa al confine di Gaza, nel tentativo di invadere il territorio israeliano per rapire e per uccidere. I cinque tunnel scoperti finora scavati da Hezbollah per occupare qualche villaggio in Galilea. I duelli aerei sul cielo della Siria, quando l’aviazione israeliana interviene per distruggere la concentrazione di armi iraniane. I voti all’Onu, il boicottaggio antisraeliano in Europa. La propaganda contro Israele nelle università, prima di tutto americane, cui spesso purtroppo non sono estranei ebrei che si autodefiniscono “progressisti” o “per la pace”.

    Sono episodi diversi, che spesso denunciamo, anche se difficilmente ottengono ascolto dai grandi giornali. C’è una cosa però che spesso non è chiara. Sono battaglie di una stessa guerra. Attacchi almeno parzialmente coordinati contro la vita dello stato di Israele. Sviluppi della stessa strategia, che viene diretta ormai da molti anni da uno stesso centro: l’apparato politico e militare dell’Iran. E’ l’Iran che finanzia Hezbollah e Hamas e spesso contribuisce, insieme all’Autorità Palestinese, a fornire incentivi materiali ai terroristi che  agiscono in Giudea e Samaria. E’ l’Iran che guida la campagna internazionale per isolare Israele, godendo spesso dell’appoggio dell’Unione Europea. E’ l’Iran che finanzia e organizza la preparazione della guerra al Nord, vi importa armi e truppe, cerca di avere aiuto da Russia e Turchia. La guerra è dunque una, e una è la strategia difensiva di Israele. Il problema non è la deterrenza nei confronti di Hamas o Hezbollah, da ottenere a qualunque costo. La vera questione è come isolare e sconfiggere l’aggressione iraniana. Per questo è possibile talvolta accettare compromessi, non rispondere alle provocazioni, bloccare le aggressioni senza controattaccare. Perché quel che conta è tagliare la testa del serpente, toglergli alleati o pretesti, indebolirlo e bloccarlo.

     

    Ugo Volli

    CONDIVIDI SU: