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    La coerenza politica del piano Trump: isolare il terrorismo palestinese

    I nemici del sionismo, che sono tanti nei media e nella politica “progressista” (cioè in realtà conservatrice della vecchia ortodossia terzomondista del secolo scorso), dopo la presentazione del Piano Trump si sono affrettati a dichiararlo non solo sbagliato ma inutile, inapplicabile. E invece il piano è solo l’ultima tappa di un’azione politica coerente (dal riconoscimento di Gerusalemme capitale a quello della non illegalità degli insediamenti, alla difesa di Israele in tutte le sedi) che ha profondamente cambiato il Medio Oriente, mettendo fuori gioco il terrorismo palestinista e ponendo le basi di una pace possibile, se Israele avrà la forza di far proseguire la politica di Netanyahu. Per ora, bisogna notare le reazioni moderatissime degli arabi sunniti (Egitto, Arabia, Paesi del Golfo, Marocco) e il gesto importantissimo del leader sudanese di incontrare Netanyahu. Anche all’interno di Israele, a parte i criminali, ma anche pateticamente impotenti gesti di terrorismo promossi dall’Autorità Palestinese, vale la pena di sottolineare le manifestazioni dei cittadini arabi maggioritari nel “triangolo” a Est di Hedera, che sono scesi in strada per contestare quella parte del piano che unirebbe il loro territorio a un futuro stato palestinese. Che gli arabi israeliani, pur impugnando la bandiera rosso-nero-verde – che rifiutano – e non quella bianco-azzurra – che desiderano -, manifestino per restare israeliani, magari anche allo scopo di sostenere il carattere binazionale dello stato ebraico, ma certamente soprattutto per conservare i diritti politici e sociali e il benessere economico che Israele garantisce a tutti i suoi cittadini, è un evento che mostra la vittoria della democrazia israeliana sui corrotti e imbalsamati regimi dittatoriali che dominano a Ramallah e a Gaza. Anche questo è frutto del tanto disprezzato e odiato Trump, come la crescita economica degli USA e le vittorie nella trattativa con la Cina. Vogliamo scommettere che gli americani sceglieranno di nuovo lui, piuttosto che i confusi profeti di sventura del partito democratico?

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