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    La voglia di libertà degli ebrei e le inconfessate cause dell’antisemitismo

    Che l’antisemitismo sia diffuso oggi come cento o cento cinquant’anni fa è un dato di fatto purtroppo accertato. Tutti ce ne lamentiamo, ma facciamo poco per comprendere le ragioni di questa nuova epidemia. L’aspetto più significativo è che oggi di nuovo l’antisemitismo non è solo un vizio dell’estrema destra e dei cristiani più reazionari, ma è diffuso largamente anche nel mondo islamico e nella sinistra che la appoggia. E’ ritornato insomma quell’odio “progressista” contro gli ebrei che nel 1893 August Babel chiamò “il socialismo degli imbecilli”. Ma l’idiozia non è una spiegazione sufficiente per l’antisemitismo e neppure l’odio lo è. Ci sono motivi storici, sociali e psicologici per esso, e pretesti che li coprono. Questi ultimi sono stati a lungo tratti dalle religioni (il “deicidio”, la “profanazione delle ostie”, l’infanticidio “rituale”, in ambito islamico il “tradimento” di Maometto e dei profeti, il “cosmopolitismo”), poi dall’economia (l’equivalenza di ebraismo e capitalismo teorizzata da Marx  ma poi anche da Hitler), e dalla “razza”. Da decenni il pretesto è la “difesa dei palestinesi”, che non è vero interesse per gli arabi della regione, ma solo odio appena travestito per lo stato degli ebrei. Ma la ragione vera e assai costante è stata sempre un’altra: l’attaccamento degli ebrei alla loro identità, il rifiuto di inchinarsi alle altre culture, l’essere rimasti “ostinatamente” se stessi. Questo naturalmente per la parte del popolo ebraico che non è sparita, inghiottita fra i cristiani, i musulmani, i marxisti, le varie nazionalità, il progressismo di moda. 

    Oggi negli Usa ma non solo, gli ebrei vengono condannati in quanto “bianchi”, “occidentali”, “suprematisti”, oltre che naturalmente come sionisti. Il che significa semplicemente che non sono disposti a inginocchiarsi alla religione terzomondista del “Black lives matter” (come se le altre vite non contassero), dell’antiamericanismo e dell’anticapitalismo; né vogliono passare alla sottomissione (questo significa Islam). 

    Noi ebrei vogliamo essere liberi, soggetti solo alla Legge (che è libertà, come spiega il Talmud) e al suo Creatore. Vogliamo continuare a essere noi stessi nella nostra patria. Dato che questa è la nostra vera colpa, meglio confessarla e non cercare compromessi con l’ultimo antisemitismo alla moda. Passerà anch’esso, se non ci tradiamo da soli.

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