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    Non tutte le battaglie contro le discriminazioni sono anti razziste e equidistanti

    E’ un caso se i teppisti che approfittano delle proteste causate dall’uccisione di George Floyd durante il suo arresto da parte di alcuni agenti della polizia di Minneapolis hanno assalito e devastato oltre che molti negozi considerati “di lusso” (come Apple e Dior) anche e soprattutto sinagoghe, ristoranti kasher, luoghi giudicati ebraici? No, non è affatto un caso, anche se le comunità ebraiche locali hanno espresso la loro solidarietà alla protesta. E’ la stessa ragione per cui il movimento intitolato “Black Lifes Matters” (le vite dei neri sono importanti) si occupano giustamente di violenze della polizia che colpiscono le persone di colore, ma non dei casi molto più numerosi in cui criminali neri uccidono altri neri, per non parlare delle stragi dei terroristi islamici come Boko Haram contro i neri cristiani in Africa. La logica di queste scelte ha un nome bizzarro “intersectionality”. Ciò che secondo i teorici dell’estremismo si intersecherebbe sarebbero tutte le “lotte” per abbattere il “potere”, dunque quella dei neri contro la polizia, ma anche quella dei palestinisti contro Israele, degli islamisti contro il colonialismo quella degli operai contro il capitale, quella degli omosessuali contro le discriminazioni, delle donne contro l’oppressione sessualeecc. ecc.. E se per caso la maggior parte degli operai votano per Trump (e in Italia per la Lega), se gli omosessuali sono tutelati in Israele e perseguitati dagli islamisti, se i neri sono spesso oppressi da altri neri e i musulmani da altri musulmani, se le donne sono oppresse nei paesi islamici e libere in Occidente… be’h non importa: l’ideologia è la libertà di ignorare i fatti e l’”intersezionalità” non è altro che la vecchia ideologia comunista dei “democratici contro il capitale” appena riverniciata con parole di moda. E Israele e anche gli ebrei, pure quelli che vorrebbero essere anche loro nell’intersezione, sono dei nemici, come già diceva Marx ed eseguiva il buon vecchio Stalin.

     

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