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SPECIALE PESACH 5784

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    Oltre al coronavirus, la vera emergenza israeliana si chiama politica

    Come sempre accade, anche in questo periodo Israele si trova a ad affrontare più minacce allo stesso tempo. La più recente è quella dell’epidemia, dove Israele si comporta benissimo. I circa 13.000 contagiati o 1.400 per milione (dati di venerdì) sono in proporzione la metà della Svizzera e dell’Italia, meno della Germania; i morti sono 148, 17 per milione, un ventesimo dell’Italia e un terzo della Germania in proporzione agli abitanti. Non è un caso che sia stato proclamato il paese più sicuro da questo punto di vista. Il secondo fronte è quello della difesa dall’aggressione iraniana, che non si è spento del tutto nonostante l’epidemia. Israele ha colpito ancora dei rifornimenti militari nemici; ma la preoccupazione per gli sviluppi nucleari iraniani è sempre molto alta. Si è abbastanza calmato, per il momento, il terrorismo palestinista, anche se Hamas reitera i ricatti e proclami di guerra. L’altra minaccia è l’ingovernabilità interna. Il governo di unità nazionale è difficile da fare, per le pretese di Gantz, ben al di là del suo peso parlamentare per quanto riguarda le cariche ministeriali, ma soprattutto per quanto riguarda le scelte politiche. Per collaborare al governo, Gantz pretende di annullare lo sforzo per iniziare a realizzare il piano di pace di Trump, con il trasferimento della Valle del giordano e degli insediamenti maggiori sotto la legge civile israeliana e non vuole che le plateali interferenze della Corte Suprema sulla politica siano bloccate, anche perché esse sono interventi politici a suo favore. Vuole insomma costringere Netanyahu a fare un governo di sinistra, anche se l’elettorato nei sondaggi ancor più che nelle ultime elezioni mostra di volere una politica di destra. C’è insomma in atto un braccio di ferro, in cui dalla parte di Gantz, oltre alla Corte Suprema sta la Presidenza della repubblica, che ha rifiutato a Netanyahu l’incarico di formare il governo, e dalla parte di Netanyahu un crescente apprezzamento popolare. E’ una storia piena di colpi di scena e di interventi arbitrali impropri. E’ probabile che ce ne saranno ancora.

     

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