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SPECIALE PESACH 5784

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    Vino e matematica alla tavola del Seder

    1. A cosa corrispondo i quattro bicchieri di vino?

     

    I Maestri hanno prescritto di bere durante il Seder quattro bicchieri di vino: il primo durante il Qiddùsh, il secondo alla fine del Magghìd, il terzo alla fine della Birkat Hamazòn e il quarto alla fine dell’Hallèl. Il Talmud Yerushalmì spiega che sono in corrispondenza delle quattro espressioni di liberazione riferite a Moshè all’inizio della Parashà di Vaerà: “Io vi farò uscire… vi salverò dal loro duro lavoro, vi libererò…vi prenderò come Mio popolo”. 

    Nello Zòhar (Parashat Vaerà, 25b) è scritto che durante la schiavitù in Egitto anche la Parola (dibbùr) era in esilio e non era rivelata; nel momento in cui gli Ebrei escono dall’Egitto e diventano nuovamente liberi, riacquistano la capacità di parlare e utilizzare la voce in modo corretto, come dice il Salmo: “…quando il Signore uscì (a giudicare) la terra d’Egitto, io udii un linguaggio che mi era ignoto” (Salmi 81: 6). La balbuzie di Moshè Rabbènu che aveva “la bocca e la lingua pesanti” è quindi in realtà un difetto esteso a tutto il popolo, che viene sanato da Dio -“Colui che dà la bocca all’Uomo” (Shemòt 4:11) – nel momento della liberazione. Il Rebbe di Gur* (Sefàt Emèt) sviluppando questa idea, dà una nuova spiegazione alla mitzwà di bere quattro bicchieri di vino. Le 22 lettere dell’alfabeto ebraico si articolano in cinque tipi di consonanti: gutturali, palatine, linguali, dentali e labiali. La Matzà che mangiamo la sera del Seder ha la funzione di rivitalizzare le lettere dentali, mentre i quattro bicchieri di vino servono a rigenerare le altre quattro tipologie di consonanti. È a ciò che allude il Salmo citato quando dice: “Io sono il Signore tuo Dio, che ti ha tratto dalla terra d’Egitto, apri la bocca ed Io la riempirò” (Salmi 81:11). Il nome stesso della Festa di Pèsach può essere scomposto in due parole, che rimandano a questa idea: “Pe Sach”  – la bocca parla.

     

    2. Che significato hanno i calcoli che i Maestri fanno sul numero delle piaghe d’Egitto?

     

    A un certo punto della Haggadà vengono nominate le dieci piaghe: sangue, rane, pidocchi, animali feroci di specie diverse, mortalità del bestiame, ulceri, grandine, oscurità, cavallette e morte dei primogeniti. Subito dopo troviamo un insegnamento di rabbì Yehudà che per memorizzare meglio le piaghe secondo il loro giusto ordine era solito dare tre simanìm, ovvero delle formule mnemoniche, costruite sulle iniziali di ciascuna piaga: detzà”kh, ‘adà”sh, beach”àv. Non finisce qui la narrazione sulle piaghe però, perché vengono riportati tre calcoli diversi dei Maestri della Mishnà, che moltiplicano il numero delle piaghe, arrivando a numeri molto più alti. Tutti concordano che sul mare gli Egiziani furono puniti cinque volte in più rispetto alle piaghe in terra d’Egitto, e lo si deduce dal fatto che in Egitto gli Egiziani vedono “il dito di Dio” teso contro di loro, mentre sul mare è “la mano intera” che li colpisce, con tutte cinque le dita. Le differenti opinioni dipendono da quante furono effettivamente le piaghe in Egitto: 10 piaghe, come sembra dal racconto della Torà, oppure ciascuna piaga era divisa in quattro o cinque sottospecie di piaghe, come invece sembra dire un verso dei Salmi: “Egli aveva mandato contro di loro la Sua ira ardente, lo sdegno, la collera e la sventura, e una turba di angeli maligni” (78:49). Secondo rabbì Yosè ha Galilì gli Egiziani furono colpiti con 10 piaghe in Egitto, e con 50 piaghe sul mare; secondo rabbì Elièzer in Egitto 40 piaghe, e sul mare 200; secondo rabbì Aqivà in Egitto50 piaghe, e sul mare 250.

    Un calcolo un po’ bizzarro, che secondo alcuni serve per tenere alta l’attenzione dei bambini. Ma se ipotizziamo che non ci sia discussione tra i Maestri, e andiamo a sommare le varie opinioni, abbiamo un numero che certamente ci è familiare: 613! Lo stesso numero complessivo delle mitzwòt comandate dalla Torà. Riassumiamo il calcolo: 10 piaghe originarie, 3 formule mnemoniche di rabbì Yehudà; 10 piaghe in Egitto e 50 sul mare di rabbì Yosè; 40 piaghe in Egitto e 200 sul mare di rabbì Elièzer; 50 piaghe in Egitto e 250 sul mare di rabbì Aqivà. Quale può essere il legame tra le piaghe e le mitzwòt? Lo Sefàt Emèt nota che c’è una corrispondenza non solo tra le 10 piaghe e i 10 comandamenti, ma anche tra le 613 piaghe e le 613 mitzwòt; e così come tutte le piaghe hanno origine e sono racchiuse nelle 10 iniziali, così anche le mitzwòt sono tutte quante alluse nelle 10 espressioni che furono pronunciate da Dio. Anche a proposito delle parole scritte sulle Tavole della Legge, la Torà dice che furono incise “con il dito di Dio”, mentre sappiamo che la Torà intera è come se fosse tenuta con il braccio destro di Dio (Devarìm 33:2). Dio si è manifestato in tutta la sua potenza in Egitto attraverso le piaghe che hanno colpito gli Egiziani prima in terra, poi sul mare; allo stesso modo si è rivelato sul Monte Sinai al Popolo d’Israele nel momento della Promulgazione dei Comandamenti, donando loro la Torà e le Mitzwòt.

     

    *Rabbì Yehudà Arie Leib di Gur (Varsavia, 1847 – Gur 1905) è stato il terzo Rebbe della Chassidut di Gur ed è conosciuto per la sua opera Sefat Emèt sulla Torà e sulle Feste, in cui sono raccolti gli appunti delle lezioni che teneva alla sua comunità.

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