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    Irrigare con l’Intelligenza Artificiale. La nuova tecnologia della startup SupPlant

    SupPlant, la startup israeliana che utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per gestire l’irrigazione nei campi, ha raccolto sino ad oggi 19 milioni di dollari.

     

    La startup che sviluppa un sistema di irrigazione senza sensori, ha ottenuto un finanziamento di 10 milioni di dollari.

     

    La tecnologia sviluppata misura lo stress della pianta, monitora il contenuto di acqua necessario e i modelli di crescita delle singole tipologie di piante e frutti. Tutte queste informazioni vengono caricate ogni 10 minuti in un algoritmo nel cloud, che fornisce dati sull’ acqua necessaria in modo semplice e preciso, agli agricoltori per aiutarli a prepararsi alle differenti condizioni climatiche ed effettuare test di qualità e apprendere la reazione della pianta e del frutto ai cambiamenti climatici.

     

    Il vantaggio principale é che gli agricoltori possono accedere facilmente al sistema SupPlant tramite l’app e il sito Web messo a disposizione dall’azienda, e  ai canali di comunicazione attraverso i quali vengono fornite agli agricoltori le informazioni sull’acqua necessaria, nonché avvisi sui cambiamenti in tempo reale nei protocolli di irrigazione, modelli meteorologici anomali e altro ancora.

     

    Insieme al nuovo finanziamento che l’azienda ha recentemente ricevuto, SupPlant ha lanciato anche una nuova opzione che utilizza dati agronomici aggregati, per fornire agli agricoltori un’opzione senza sensori per la gestione dell’irrigazione dei campi. La società riferisce che ci sono circa 450 milioni di piccoli agricoltori nel mondo che non hanno accesso a soluzioni hardware/software avanzate come quella da loro sviluppata e quindi, il potenziale di utenti é davvero elevato. 

     

    In una intervista, il CEO Ori Ben Ner parla delle differenze tra SupPlant e i concorrenti di mercato, tra cui Viridix, un altra startup Agtech israeliana. Secondo Ben Ner, la tecnologia di Viridix si basa su sensori, che sono montati sugli alberi e sui frutti. “A differenza di altre soluzioni basate su sensori a terra o immagini a volo d’uccello, l’accuratezza dei dati estratti direttamente dalla pianta è molto più elevata e quindi il volume del raccolto, la salute del raccolto e il risparmio idrico aumentano esponenzialmente e puoi imparare molto per esempio, da un avocado che si autoirriga, perché alla fine è il reale fabbisogno d’acqua più accurato che puoi ottenere” e afferma che sulla base di questi vantaggi – SupPlant ha creato il più grande database al mondo di irrigazione necessaria per ogni frutto.

     

    Ben Ner aggiunge poi:  “Per la prima volta i piccoli agricoltori hanno accesso a tecnologie di gestione delle colture, che possono migliorare notevolmente i loro raccolti a costi più bassi ed ha un impatto non indifferente sul razionamento del cibo mondiale e sulla qualità della vita delle comunità agricole nei paesi in via di sviluppo.”

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