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SPECIALE PESACH 5784

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    “Forza azzurri” anche da Gerusalemme

    Sin dall’età della ragione il calcio mi ha sempre preso a tutti i livelli e senza distinzioni di sorta.   Da 3 anni anche quello femminile, e le ragazze stanno crescendo. Tra poche ore c’è  la finale del campionato Europeo, in cui la nostra Italia sfiderà l’Inghilterra, e non vedo l’ora che inizi. Non ho particolari gesti scaramantici, almeno non a livello cosciente. Qui’ in terra d’Israele non abbiamo molti adepti, calcisticamente parlando, non abbiamo molti ammiratori, e non vi nascondo che la cosa mi disturba e anche parecchio. 

     

    Il calcio in Israele ha bisogno di crescere tantissimo, quindi la nazionale israeliana non compare mai nelle competizioni internazionali. Di conseguenza il tifoso israeliano cosa fa?  Ne adotta una e la fa sua, fino a diventarne il suo più grande tifoso, per avere o per provare un senso di appartenenza.

     

    Gli italiani che amano il calcio e che emigrano all’estero non ne hanno bisogno, perché se sei tifoso, il tifo, la passione, te li metti in valigia li in un angolo e non ingombra, per tradizione le finali non si vedono mai soli, prende male, la tensione va condivisa, abbracciata, urlata, calmata con una battuta, con birra, patatine e popcorn a casa di amici, o invitandoli per urlare e abbracciarsi tutti assieme, per un motivo. Se si vince si esce per strada a fare casino, se si perde ci si consola a vicenda. Mi piace pensare che se l’Italia vincerà dopo il triplice fischio finale, tutti gli italiani sparsi per il globo, si sentiranno tutti più vicini a casa, almeno per un momento. Forza Italia.

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