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    Alzheimer, studio israeliano rivela il meccanismo molecolare che porta al rapido declino cognitivo nelle donne

    Un passo avanti nello studio della malattia di Alzheimer. La ricerca israeliana, che combina le neuroscienze molecolari e computazionali, ha svelato il meccanismo molecolare che porta al declino cognitivo nelle donne, affette dalla malattia, in modo più rapido rispetto agli uomini.

    La studio, sostenuto dal National Institutes of Health degli Stati Uniti e dalla Israel Science Foundation for Basic Research and Advanced Medicine, è stata pubblicato recentemente su ‘Alzheimer’s&Dementia: The Journal of Alzheimer’s Association’. 

    Il morbo di Alzheimer è una forma di demenza irreversibile e progressiva, tuttora incurabile, che causa il deficit delle capacità cognitive e la morte delle cellule cerebrali. Insorge più frequentemente dopo i 65 anni di età e colpisce più spesso le donne, che rappresentano quasi i due terzi dei pazienti affetti dalla malattia, con un deterioramento cognitivo più pronunciato e più rapido rispetto agli uomini.

    Lo ricerca, condotta dalla Prof.ssa Hermona Soreq e dal Prof. Yonatan Loewenstein dell’Edmond & Lily Safra Center for Brain Sciences presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, dimostra l’esistenza di una diretta correlazione tra il declino cognitivo accelerato nelle donne e la grave perdita di piccoli frammenti di RNA mitocondriale (t-RNA), di eredità materna, nel ‘nucleus accunbens’, un’area cerebrale che gioca un ruolo importante in numerosi processi cognitivi. 

    Gli attuali protocolli di trattamento mirano a rallentare il decorso della malattia. Tuttavia, è noto che le cure hanno effetti collaterali più severi nelle donne con la conseguente persistenza della malattia e l’aggravamento delle difficoltà da affrontare.

    “Il nostro studio fornisce un contributo significativo al corpus di ricerca esistente sulla malattia di Alzheimer, aprendo a nuove conoscenze sui fattori che portano a un declino cognitivo più rapido nelle donne.- ha spiegato la Prof.ssa Soreq – Inoltre, questi risultati hanno implicazioni per il trattamento dei sintomi con terapie a base di RNA, che sono state sviluppate negli ultimi anni, e attualmente rappresentano una valida opzione”.

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