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    Boric, il presidente contro Israele

    La preoccupazione è comune. L’elezione di Gabriel Boric alla presidenza cilena preoccupa Israele e viene sottolineata dai media. Prendiamo per esempio tre siti: Israel National News, The times of Israel e il Jerusalem Post. Tutti e tre i giornali sottolineano il disagio degli ebrei cileni che hanno dovuto scegliere tra Gabriel Boric da sempre contro Israele e José Antonio Kast, candidato dell’estrema destra, nipote di un nazista, simpatizzante di Augusto Pinochet, ma pro-Israele. 

    La comunità ebraica cilena è composta da 18mila persone e da tempo è accusata da Boric di non schierarsi contro la politica israeliana sui territori. Dopo l’elezione di Boric, la comunità ha sottolineato di voler continuare “a lavorare per un Cile democratico e un Cile diverso dove le minoranze siano rispettate”. Tutto questo dopo lo strappo di Rosh Hashanà del 2019 quando al dono della comunità, Boric rispose che “apprezzava il gesto ma si aspettava che gli ebrei cileni iniziassero a parlare della restituzione dei territori palestinesi”. 

    Durante la campagna elettorale, molti membri della comunità hanno espresso preoccupazione per quello che sembra la ripetizione di uno schema. “Non crediamo che sia giusto o corretto ritenere gli ebrei responsabili della politica di un governo al potere in Israele”, hanno scritto 500 donne ebree. “La storia è piena di esempi di false accuse o condanne generiche sul nostro popolo”. 

    Preoccupazione anche per la possibilità che Boric possa promuovere il suo supporter Daniel Jaude, comunista di origine palestinese, che durante gli anni scolastici dichiarava di voler ripulire la città dagli ebrei. Su Jaude, Boric replica che risponderà soltanto quando la comunità ebraica si opporrà alla politica di Israele nel conflitto israelo-palestinese”. 

    Stessa preoccupazione di The Times of Israel. “Gabriel Boric – scrive il giornale – chiede alla comunità ebraica di condannare la politica israeliana. Gli ebrei temono che promuoverà un palestinese accusato di antisemitismo. Il giornale sottolinea anche che lo sfidante di estrema destra Kast era comunque pro Israele, tanto che molti ebrei sembrano aver votato per Kast e che la comunità abbia sperimentato in questi mesi la sensazione di essere sotto assedio. Per Times of Israel, Boric è da sempre critico nei confronti di Israele. “Come legislatore ha sostenuto disegni di legge che proponevano il boicottaggio dei beni israeliani dal Golan e dalla Cisgiordania”. Riguardo alla domanda agli ebrei di schierarsi contro la politica israeliana, Gabriel Zaliasnik, membro preminente della comunità ebraica cilena, ha replicato: che quello che si sente da Boric è che Israele è uno stato genocida e assassino e ritiene responsabile la comunità ebraica delle azioni di Israele”.  

     

    Secondo il Jerusalem Post, “l’elezione dell’antisionista Boric lascia preoccupati gli ebrei del Cile”. Durante la sua campagna elettorale, Boric ha più volte chiamato Israele uno stato assassino e ha firmato una dichiarazione a sostegno della causa palestinese durante un incontro con la comunità palestinese cilena che vanta 350mila persone, la più ampia al di fuori del Medio Oriente, bacino dei suoi voti. 

    Insomma, tutto questo non fa stare tranquilli gli ebrei cileni, ma anche tutti gli altri che vivono nella Diaspora. Non sono nuove per la sinistra le accuse contro lo stato ebraico tanto che recentemente un illustre esponente del pd come Piero Fassino si è staccato dalla linea filo-palestinese tout cour di Massimo D’Alema. “La sinistra non abbandona i palestinesi – ha detto Fassino – ma neanche Israele”.  Insomma, l’elezione di Boric preoccupa perché sembra di tornare indietro nel tempo quando la sinistra colorava di bianco e di nero le due parti stigmatizzando un conflitto che tutto è tranne che semplice.

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