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    Da Herat a Kabul. La memoria degli ebrei in Afghanistan al museo Anu

    Kabul, Herat e l’Afghanistan sono al centro dell’apprensione del mondo e anche le notizie e le testimonianze della vita ebraica hanno un valore prezioso che merita di essere raccontato.

     

    A Tel Aviv al Museo ANU, “Noi” in ebraico, esiste un fondo archivistico sull’Afghanistan che è possibile consultare e di cui il responsabile Haim Ghiuzeli ha approfondito i contenuti rendendoli accessibili in queste ore: si trovano genealogie, nomi e biografie delle famiglie ebraiche afghane.

     

    Le fotografie non sono numerose ma di grande interesse. In uno scatto del 1978 di straordinaria suggestione si vede la cerimonia dell’Havdalah all’interno della ultima Sinagoga di Kabul. Un bel dettaglio con un Maghen David incastonato nel muro esterno della Sinagoga di Herat compare in uno scatto del 1975. Un gruppo di uomini è ripreso durante una lettura pubblica della Meghillah di Esther a Purim nel 1966.

    (Reading Megillat Esther, Purim, Kabul, Afghanistan 1966, by Ida Cowel)

    Un un gruppo donne è ritratto davanti a una tavola apparecchiata, proprio questo scatto è particolarmente significativo per l’abbigliamento di due giovani che paiono sorelle, delle loro mamme e delle nonne, in una casa ebraica. Non sono specificati i loro nomi ma verosimilmente appartenevano alle famiglie che hanno lasciato il paese per fare l’Alyiah in Israele o trasferirsi negli Stati Uniti alla fine del secolo scorso. La riproduzione di una bella Ketubbah di Rachel figlia di Amram e Benjamin Khafi attesta un matrimonio svoltosi nel 1933 a Herat.

     

    Alla famiglia Aharon appartengono gli ultimi ebrei che hanno lasciato negli scorsi decenni l’Afghanistan dopo avervi risieduto, ad Harat, per oltre trecento anni. Sempre lì abitava anche la famiglia di Reuven Kashani, editore del notiziario della comunità Masua, proveniente da Kashan in Iran. Una presenza assai numerosa di Cohanim viene fatta risalire a cinque o sei generazioni che oltre ad Harat vivevano a Mashad. L’albero genealogico dei Gol è ricco e dettagliato grazie ad un prezioso studio svolto da Abba Menashe Gol nel 1963. Un nutrito nucleo ebraico si è certamente trasferito in Afghanistan tra il 1930 e il 1933 da Bukhara per poi lasciare il paese intorno al 2000.

    (View of the Market place in Kabul, Afghanistan 1972, The Oster Visual Documentation Center, Beit Hatfutsot, courtesy of Haoward and Anna Lubatkin, USA)

    Il racconto di Abraham Mor, discendente di una delle famiglie afgane più numerose, è il documento più dettagliato che permette di ricostruire in alcuni casi anche minuziosamente le migrazioni dei principali rami.

     

    Passato e presente si fondono in un quadro vivido che vuole essere un inno alla vita e alla speranza in un futuro migliore per l’Afghanistan.

    (The synagogue’s gate in Herat, Afghanistan, July 1975 by Didier Guthmann)

    Foto copertina: Photos from the journey to Afghanistan, 1980’s

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