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    Gerusalemme, scoperta una perlina d’oro di oltre 1.600 anni

    Una rara perlina d’oro puro, risalente alla fine del periodo romano, è stata recentemente ritrovata nel corso degli scavi, condotti dall’Israel Antiquities Authority (IAA), nell’antica Città di David, a Gerusalemme.

    Il prezioso oggetto è stato scoperto da una giovane volontaria durante il lavoro di setacciatura della terra rimossa da un’imponente struttura d’epoca romana, costruita lungo la strada dei pellegrini.

     “In tutti questi anni dedicati agli scavi archeologici – ha affermato Amir Golani, studioso di gioielli antichi dell’IAA – ho trovato oro solo una o forse due volte. Per questo la scoperta del gioiello è qualcosa di veramente molto speciale”. Il ricercatore ha poi sottolineato che la perlina è intatta e fatta a mano e che, probabilmente, insieme ad altre faceva parte di una collana o di un braccialetto. “Chiunque poteva permettersi questo oggetto d’oro, era di sicuro benestante” ha aggiunto.

    Gli studiosi ritengono, inoltre, che la perlina sia stata realizzata in un periodo antecedente a quello dell’edificio in cui è stata trovata. La scoperta è significativa non solo per la sua rarità, ma anche per l’unicità della tecnica con cui è stata creata. Una tecnica particolare e complessa, diffusa nella regione della Mesopotamia circa 4.500 anni fa.

    “L’aspetto più interessante dell’oggetto è il suo metodo di produzione. – ha commentato Golani – È necessaria una buona conoscenza dei materiali e delle loro proprietà, così come la capacità di controllare il calore in modo da fissare insieme le piccole sfere a forma di anello per creare la perlina, evitando il surriscaldamento che potrebbe portare tutto l’oro a fondersi”. Secondo Golani, “solo un artigiano esperto ha potuto creare un tale oggetto. E questa è un’altra ragione per cui la scoperta ha un grande valore”. 

    È possibile che la perlina sia arrivata a Gerusalemme grazie alle importanti relazioni commerciali che aveva la città con altre regioni in quel periodo. Un’altra ipotesi è che sia stata un dono, o, forse proprio per la sua unicità, che sia stata trasmessa da generazione in generazione come eredità familiare. 

    Secondo Eli Escusido, direttore dell’IAA, “sebbene sia una piccola scoperta, sono proprio gli oggetti personali e quotidiani che riescono più di ogni altra cosa a toccarci e connetterci in modo diretto alle persone. Anche attraverso la tecnologia avanzata odierna, creare qualcosa di simile sarebbe molto complesso. Un attento esame di questo oggetto riempie di un profondo senso di ammirazione per l’abilità tecnica di coloro che vissero molti secoli prima di noi”.

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