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    Gli aiuti di Israele all’Ucraina: dagli ospedali da campo ai ponti aerei

    Israele la prossima settimana aprirà un ospedale da campo all’interno del territorio ucraino. La decisione è stata annunciata dal Ministero della Salute israeliano sabato sera.

    La struttura, secondo quanto riferito dal notiziario di Canale 12, si troverà a Leopoli. La città è diventata, dall’inizio dell’invasione russa, un crocevia per migliaia di civili in fuga dai bombardamenti. 

     

    Secondo quanto affermato dallo stesso Ministero, la struttura sarà gestita dallo Sheba Medical Center, dai Clalit Health Services e dal personale medico di altri ospedali.  Alla delegazione si uniranno anche rappresentanti del Ministero degli Esteri.

    L’ospedale comprenderà un pronto soccorso, un reparto maternità, un reparto pediatrico, reparti per adulti, un ambulatorio e un centro di teleassistenza.

     

    Rispetto alle precedenti missioni statali nelle aree  disastrate, l’ospedale da campo non sarà presidiato dal corpo medico dell’IDF, ossia le truppe dell’Home Front Command, ma sarà gestito e presidiato esclusivamente da civili. Decisione presa dal Ministro della Salute Nitzan Horowitz già la scorsa settimana, e che ha creato un forte dibattito nello Stato ebraico trattandosi di una questione molto delicata.

     

    “Stiamo compiendo il nostro dovere morale, aumentando gli aiuti umanitari ed estendendo l’assistenza al popolo ucraino”, ha affermato il ministro della Salute Nitzan Horowitz attraverso il suo profilo Twitter, e ha sottolineato come “il Ministero della Salute e lo Stato di Israele sono chiaramente dalla parte del popolo ucraino”. “Continueremo ad aiutare quanto necessario per salvare la vita dei cittadini il cui mondo è stato distrutto in un istante” ha aggiunto.

     

    Sull’apertura dell’ospedale da campo in Ucraina è intervenuto anche il direttore dello Sheba Medical Center, il prof. Yitzhak Kreiss, che ribadito l’importanza di aiutare il popolo ucraino durante questa tragedia. “Questo è il nostro dovere personale, professionale e nazionale nei confronti di ogni persona come persona. – ha affermato Kreiss – Abbiamo i mezzi e le capacità e non dobbiamo tirarci indietro”.

     

    Questa è solamente l’ultima delle iniziative portate avanti dal governo israeliano per far fronte alla crisi in Ucraina. Infatti nella scorsa settimana è stato inviato un pacchetto di aiuti umanitari da 100 tonnellate.

     

    Anche l’associazione israeliana United Hatzalah, che si occupa di servizi medici di emergenza (EMS) completamente volontaria, ha inviato una delegazione di 30 volontari medici di emergenza e membri dell’Unità di psicotrauma e risposta alle crisi in Moldavia per accogliere e assistere i rifugiati ucraini in fuga dalla guerra.

     

    Ma anche sul fronte dell’accoglienza dei rifugiati nello Stato ebraico, il governo si sta adoperando senza sosta. Secondo quanto si legge in una nota del portavoce del Ministero dell’Interno, “Israele è il paese occidentale senza un confine terrestre con l’Ucraina che ha assorbito la maggior parte degli ucraini pro capite dallo scoppio dei combattimenti”.

     

    “Dallo scoppio della guerra, 2.034 cittadini ucraini sono entrati in Israele” ha affermato il ministro dell’Interno Ayelet Shaked. Secondo quanto emerge dai dati “siamo in rotta verso 15.000 ucraini entro la fine del mese”, ha spiegato il Ministro. 

     

    Il ministro Ayelet Shaked ha spiegato inoltre come Israele sarebbe in grado di assorbire più di 100.000 ucraini ammissibili ai sensi della Legge del Ritorno. Rispetto alla maggior parte dei paesi, ha dichiarato il Ministro, lo Stato ebraico è “straordinariamente pronto ad assorbire e dare la cittadinanza immediata”.

     

    “Ci attende una grande sfida sugli alloggi, l’occupazione e altri settori. Dobbiamo concentrarci ed essere preparati di conseguenza e affrontare il numero di casi umanitari su cui decideremo nei prossimi giorni” ha concluso la Shaked.

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