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    Il dialogo di Israele con la Boeing sull’acquisto di velivoli per un eventuale attacco ai siti nucleari iraniani

    Ted Colbert, capo del settore difesa della Boeing, società americana che produce aerei civili e militari, è stato in Israele domenica e lunedì per parlare con il ministro della Difesa Yoav Gallant e il primo ministro Benjamin Netanyahu dei nuovi aerei da rifornimento e di nuovi caccia per l’aeronautica militare israeliana.

     

    Parlando con i giornalisti Colbert ha affermato che la società statunitense fornirà allo Stato Ebraico 25 nuovi caccia F-15IA — la variante israeliana dell’avanzato F-15EX — con l’opzione per acquistarne ulteriori 25.

     

    “La mia visita mira a garantire che sia assolutamente chiaro che rimaniamo impegnati a servire Israele, e ciò si esprime attraverso i due grandi programmi con il governo e l’IDF, l’F-15IA e il KC-46” ha affermato Colbert.

     

    Secondo la società americana questo velivolo è in grado di “portare più armi di qualsiasi altro aereo della sua classe e di lanciare armi ipersoniche lunghe fino a 22 piedi e pesanti fino a 7.000 libbre”.  Proprio quel tipo di armamenti in grado di colpire e distruggere i siti nucleari iraniani, che si trovano per la maggior parte in profondità nel sottosuolo. Israele probabilmente riceverà i nuovi jet nel 2028, tuttavia hanno chiesto a Boeing una consegna più rapida. Infatti l’aeronautica israeliana ha la necessità di modernizzare la sua flotta di F-15 che, sebbene siano stati aggiornati e rinnovati nei decenni intermedi, sono stati consegnati per la prima volta negli anni ’70. Se l’accordo andrà in porto, si tratterà della prima acquisizione di caccia Boeing da parte dell’aeronautica israeliana in vent’anni. Negli anni scorsi Israele ha acquistato 100 F-16 e altri 50 jet stealth F-35 dal principale concorrente di Boeing, la Lockheed Martin.

     

    Mentre per quanto riguarda gli aerei cisterna, l’accordo tra Israele e la società americana risale al dicembre 2021. La consegna del primo dei quattro KC-46 Pegasus, di cui Israele avrebbe bisogno per condurre operazioni in Iran, è ancora programmata per il 2025. Questi velivoli sostituirebbero l’attuale flotta di aerei da rifornimento della Israeli Air Force, che include KC-130 Hercules e Boeing 707 convertiti. Anche per quanto riguarda questo aeromobile lo Stato Ebraico ha chiesto di anticipare questa data, ma il Pentagono, che ha la precedenza nella consegna, ha finora respinto la richiesta. Questi aerei sono considerati necessari per condurre potenziali attacchi importanti contro obiettivi in territorio iraniano, che si trova a circa 2.000 chilometri da Israele e molto al di fuori del normale raggio di volo dei jet israeliani.

     

    L’acquisto di questi caccia e degli aerei da rifornimento di ultima generazione fanno parte di uno schema più ampio dell’esercito israeliano che mira a garantire la capacità attaccare i siti iraniani. Come affermato dall’allora capo di stato maggiore dell’IDF Aviv Kohavi circa un mese fa, Israele da diverso tempo ormai si sta preparando all’ipotesi di agire, se necessario, per impedire a Teheran di acquisire armi nucleari. Un’evenienza presa in considerazione anche dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, che si è detto pronto a usare la forza militare se necessario, ma che tuttavia preferisce tentare il tutto e per tutto con le vie diplomatiche.

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