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    Il Negev come Marte: conclusa l’esercitazione astronautica nel cratere Ramon

    Sembra
    di essere su Marte, ma è nel cratere Ramon del Negev Meridionale d’Israele che,
    settimane fa, sei astronauti provenienti da diversi paesi hanno iniziato il
    progetto di simulazione della vita sul pianeta rosso. Per un mese hanno condotto
    esperimenti per rendere sempre più vicino e concreto il viaggio dell’uomo verso
    Marte.

    Il
    programma di un mese, intitolato AMADEE-20, è stato l’epilogo di una
    collaborazione quadriennale tra centinaia di ricercatori provenienti da
    venticinque paesi diversi. L’iniziativa è stata guidata dal Forum Spaziale
    Austriaco in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Israeliana, attraverso
    l’organizzazione israeliana D-MARS.

    I
    sei astronauti “analogici” – così chiamati perché operano in ambienti analoghi
    allo spazio – hanno trascorso tre settimane isolati dal mondo esterno, in
    condizioni fedeli a quelli riscontrabili su Marte. Comunicazioni con il centro
    di controllo – situato in Austria – veicolate con un ritardo di circa dieci
    minuti, doccia con acqua limitata e risoluzione di tutti i problemi in corso
    d’opera senza aiuti esterni. Gli astronauti hanno condotto numerosi esperimenti
    al fine di avvicinarsi sempre più all’inizio di una missione con equipaggio su
    Marte. Tra questi, il test delle tute spaziali – pesanti più di 50 chili- di
    cui sono stati equipaggiati.

    Perché
    è stato scelto proprio il Negev come sito d’esercitazione? Il paesaggio
    roccioso color ruggine del cratere Ramon e le sue condizioni climatiche sono
    stati considerati come una sostituzione valida alle condizioni atmosferiche di
    Marte. “Una formidabile analogia – ha detto Gernot Gromer, direttore del Forum
    spaziale austriaco, durante la cerimonia di chiusura del programma – Gli
    astronauti non erano su Marte, ma nemmeno completamente sulla Terra”.

    L’esperienza,
    sostengono gli scienziati, è stata realistica. “Non è difficile entrare in
    questa mentalità – ha detto Anika Mehlis, unica donna della squadra – La
    mattina, quando ti svegli e guardi fuori dalle piccole finestre, e vedi questo
    paesaggio rosso, e non c’è nessuno, e non puoi uscire, e le uniche
    comunicazioni sono con un ritardo, inizi a sentirti davvero isolato”.

    Un
    piccolo passo verso la conquista di Marte. Gli astronauti coinvolti
    nell’esperimento sono fiduciosi delle proprie scoperte, ed il sogno sembra non
    essere troppo futuro. Addirittura, è probabile che “il primissimo essere umano
    a camminare su Marte sia già nato” ha detto Gromer. Le imprese pubbliche e
    private stanno correndo verso Marte. Sia l’ex presidente degli Stati Uniti,
    Barack Obama, che il fondatore di SpaceX, Elon Musk, hanno dichiarato che gli
    esseri umani avrebbero camminato sul Pianeta Rosso in pochi decenni. Nel
    frattempo, nuovi sfidanti come la Cina si sono uniti agli Stati Uniti e alla
    Russia nella corsa verso Marte. 

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