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    Israele compie 74 anni – un bilancio dell’ultimo anno spiegato in breve

    Yom haAtzmaut

     

    Yom haAtzmaut, il giorno dell’Indipendenza, il settantaquattresimo compleanno di Israele da quando, in una piccola sala dell’abitazione storica del primo sindaco Dizenghoff, trasformata in museo d’arte, David Ben Gurion proclamò l’indipendenza di Israele (in data occidentale, accadde il 14 maggio 1948). Dappertutto vi sono feste e balli in piazza.

     

    La popolazione

     

    Si tirano anche i bilanci: l’Ufficio Centrale di Statistica ha per esempio comunicato che oggi la popolazione dello Stato di Israele ammonta a circa 9.506.000 persone: gli ebrei costituiscono 7.021.000 o il 73,9% della popolazione totale, il 21,1% o 2.007.000 sono arabi, mentre 478.000 sono etichettati come “altri” (5,02%), una categoria che include cristiani non arabi, membri di altre religioni, e cittadini che non si identificano con una fede specifica.

     

    Il bilancio dell’ultimo anno

     

    È anche il momento di guardare indietro per capire come sono andate le cose nell’ultimo anno. Gli eventi sono stati tanti e significativi

     

    – La tragedia del Monte Meron. In data ebraica, se non in quella occidentale, dell’ultimo anno fa parte anche il disastro del Monte Meron, quando nella ricorrenza ebraica di Lag baOmer crollarono le tribune della celebrazione sulla tomba di Shimon Bar Yochai, provocando la morte di 44 persone

     

    – La caduta di Netanyahu. Proprio un anno fa, il 4 maggio 2021, scadeva il mandato esplorativo di Netanyahu. Il tentativo in extremis di mettersi d’accordo con Naftali Bennett, leader del partito Iamina (Destra) fallì portando a termine la lunghissima permanenza di “Bibi” al posto di primo ministro

     

    – Un’altra operazione contro Hamas In seguito a incidenti seguiti a uno sfratto nel rione di Sheyk Jarrah a Gerusalemme, il 10 maggio Hamas iniziò un bombardamento con missili e mortai su Israele. Seguirono rappresaglie israeliane su Gaza. Il conflitto durò 10 giorni, prima che Hamas accettasse un cessate il fuoco incondizionato. Nel frattempo ci furono gravi incidenti in alcune città israeliane (Acco, Lod ecc.) dove la popolazione araba aveva assalito gli ebrei in veri e propri pogrom.

     

    – Il governo Bennett Dopo altre frenetiche trattative ne seguì un governo presieduto proprio da Bennett, in cui il socio più forte è però di gran lunga Yair Lapid. È un governo che mette insieme le ali più differenti dello schieramento politico israeliano (destra/sinistra, religiosi/laicisti, nazionalisti israeliani e arabi), uniti quasi solo dalla volontà di detronizzare Netanyahu.

     

    – Le conseguenze degli accordi di Abramo Lo sviluppo delle relazioni di Israele col mondo arabo (Emirati, Bahrein, Marocco, Sudan, in parte anche Egitto) e islamico sunnita (Turchia) è stato importantissimo nell’ultimo anno. Si sono aperte rappresentanze diplomatiche, relazioni commerciali, linee aeree, vi sono state visite di stato ed esercitazioni militare comuni, partecipazioni a fiere. Insomma una normalizzazione di rapporti imprevedibile fino a qualche anno fa.

     

    – Le nuove trattative fra Usa e Iran Nonostante la resistenza di Israele e dei paesi sunniti, le trattative fra Usa e Iran per riattivare l’accordo di Obama sono riprese con grande intensità. A febbraio i negoziati sembravano conclusi, l’accordo era “a portata di mano”, ma poi c’è stata la guerra in Ucraina e gli Usa hanno forse realizzato che l’Iran è un alleato strategico della Russia. Nel frattempo però l’Iran ha proseguito con l’arricchimento dell’uranio, e ormai è “a settimane” dalla possibilità di mettere in opera un armamento nucleare

     

    – L’elezione di Herzog Il 2 giugno 2021, Itzhak Herzog è stato eletto undicesimo presidente dello Stato di Israele, sostituendo Reuven Rivlin

     

    – La guerra segreta con l’Iran Durante tutto l’anno è proseguito il tentativo dell’Iran di armare i terroristi in Libano e in Siria (oltre che a Gaza) con missili di precisione e di costruire un suo dispositivo militare ai confini con Israele, in Siria. Lo stato ebraico ha reagito con centinaia di missioni aeree per distruggere le postazioni, le fabbriche d’armi e la logistica militare nemica. Una vera e propria “campagna fra le guerre” che non è mai cessata.

     

    – La crisi ucraina. Israele ha appoggiato la posizione americana ed europea in sostegno dell’Ucraina invasa dalla Russia, pur dovendo limitare il proprio impegno per timore di provocare una crisi ai suoi confini con la Russia, che è la potenza dominante in Siria. C’è stato un tentativo di mediazione da parte di Bennett, senza successo, e un forte impegno umanitario, per esempio con la costruzione di un ospedale da campo vicino a Leopoli

     

    – La nuova ondata terrorista Nelle ultime settimane è esploso di nuovo il terrorismo palestinista, facendo una dozzina di morti. Gravi disordini sono stati realizzati dai pelestinisti sul Monte del Tempio di Gerusalemme, approfittando delle celebrazioni del Ramadan.

     

    – La crisi del governo Bennett Nato con una maggioranza di solo un voto, dilaniato dalla incompatibilità politica e ideologico fra le sue componenti, il governo Bennett ha perso la sua maggioranza con l’abbandono di due parlamentari che facevano parte del partito del primo ministro. Ora anche il partito islamista Ra’am, in seguito agli incidenti sul Monte del Tempio, ha dato un ultimatum a Bennett, esigendo l’esclusione della polizia e della visita degli ebrei dal Monte, minacciando di far cadere il governo se non sarà soddisfatto. È probabile che l’esperimento di Bennett sia vicino alla conclusione.

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