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    Israele, immigrazione record nel 2022

    Nel 2022 sono oltre 70mila gli olim – nuovi immigrati – arrivati in Israele, più del doppio rispetto ai 28.600 dell’anno precedente. Si tratta del numero più alto degli ultimi 23 anni. È quanto emerge dal rapporto ufficiale dell’Agenzia ebraica, l’ente semi-governativo israeliano che si occupa dell’immigrazione, e dal Ministero per l’Aliyah e l’integrazione. 

    Secondo l’analisi, il numero più consistente degli olim è arrivato dai Paesi coinvolti nella guerra in Ucraina: 37.364 dalla Russia, 14.680 dall’Ucraina e 1.993 dalla Bielorussia. 

    Si aggiungono 3.500 olim dal Nord America con l’assistenza del Nefesh B’Nefesh; 2.049 dalla Francia; 1.500 dall’Etiopia nell’ambito dell’operazione ‘Tzur Israel’; 985 dall’Argentina; 526 dalla Gran Bretagna; 426 dal Sudafrica e 356 dal Brasile. Numeri inferiori riguardano altri 85 Paesi. 

    “È stato un anno drammatico che ha sottolineato il valore della reciproca responsabilità fra gli ebrei. – ha detto il presidente dell’Agenzia Ebraica, Doron Almog, al Times of Israel – L’Agenzia Ebraica ha contribuito a rafforzare la resilienza delle comunità ebraiche, ha sostenuto le popolazioni più deboli, ha riportato decine di migliaia di olim, ha salvato la vita agli ebrei in Ucraina, portandoli in un porto sicuro, Israele”. 

    La maggior parte degli immigrati di quest’anno sono giovani: il 27% ha un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, che, secondo l’Agenzia Ebraica, “include professionisti in settori come medicina, ingegneria e istruzione”

    Il 24% degli olim ha un’età inferiore ai 18 anni, il 22% ha tra i 36 e i 50 anni, il 14% tra i 51 e i 64 anni e il 13% ha più di 65 anni. 

    “L’Aliyah (immigrazione) ha un’importanza vitale per Israele. – ha spiegato Almog – Esprime la sua natura come Stato dell’intero popolo ebraico e la sua relazione strategica con l’ebraismo mondiale. Decine di migliaia di olim, arrivati quest’anno, contribuiranno a costruire la resilienza sociale e saranno un importante motore di crescita per l’economia”.

    L’operazione “Ritorno a casa”, avviata dall’Agenzia ebraica per salvare gli ebrei ucraini dopo l’invasione della Russia, è stata senza precedenti. Centinaia di anziani e sopravvissuti alla Shoah sono stati portati in Israele con voli di soccorso. L’organizzazione ha aperto centri per accogliere i rifugiati e fornire loro letti, pasti e cure mediche.

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