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    Israele e le sfide del mare

    Quando si visita Israele non lo si vede affatto, ma lo stato ebraico continua a essere un paese in guerra. A Sud c’è Gaza, da dove i terroristi possiedono missili in quantità e spesso li lanciano. Dai territori amministrati dall’Autorità Palestinese partono spesso terroristi “artigianali” ma capaci di ferire e di uccidere. A Nord c’è la Siria, Hezbollah e dietro a loro la grande fabbrica del terrorismo medio-orientale, l’Iran, che cerca di avvicinare armi e reparti al confine di Israele. 

     

    Ma oltre a questi fronti terrestri, che Israele sa controllare con successo, ce n’è un quarto che diventa sempre più importante: il fronte marittimo. Nelle ultime settimane due navi commerciali di proprietà israeliana sono state colpite da missili iraniani nel Golfo Persico e nell’Oceano Indiano. Si è saputo anche che Israele da tempo agisce per impedire il contrabbando che l’Iran pratica per rifornire illegalmente via mare la Siria di petrolio e altri beni strategici. Era libica ma affittata all’Iran la petroliera che ha scaricato in mare migliaia di tonnellate di idrocarburi, provocando un terribile inquinamento della costa mediterranea di Israele. Il sospetto espresso dalla Ministra dell’ambiente israeliana Gila Gamiliel  è che non sia stato un incidente, ma un atto deliberato di terrorismo ecologico. 

     

    Ancora qualche fatto riguardante la guerra del mare. Sono passate solo alcune settimane da quando un sottomarino israeliano ha compiuto una missione per nulla segreta, fino al Golfo Persico. E qualche mese da quando, col consenso di Israele, l’Egitto ha restituito le isolette di Tiran e Sanafir, che controllano il Golfo di Eilat, all’Arabia. Un fatto tanto più importante, in quanto si è visto, con l’arenamento di una nave portacontainer nel canale di Suez, quando sia fragile questo fondamentale accesso al Mediterraneo e Eilat potrebbe diventare un terminale alternativo, col passaggio delle merci via terra fino ad Ashdot. Sembra invece che Israele abbia stretto un accordo con gli emirati per stabilire una base su certe isolette dello stretto altrettanto strategico di Bab el-Mandeb (fra Gibuti e lo Yemen). A Gibuti, peraltro, è già presente una base della marina cinese, che di recente ha fatto manovre con quella iraniana. 

     

    Ultimo tema è quello delle istallazioni israeliane nel  Mediterraneo, da cui si estrae il gas, che sta diventando importantissimo per l’economia ma anche la diplomazia di Israele: sono a distanza di missile dal Libano, Israele vi ha istallato delle batterie di Iron Dome e anche per difenderle ha acquistato delle piccole ma modernissime nuove navi da guerra. Insomma, il fronte del mare è in pieno movimento e la difesa di Israele passa sempre più anche da qui.

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