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    L’Ambasciatore israeliano: “L’ONU chiude un occhio sui crimini di Hezbollah”

    L’ONU continua ad usare la stessa bilancia per i terroristi e per le democrazie. Sui recenti attacchi dell’organizzazione terroristica Hezbollah e sulla risposta d’Israele per difendersi, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres esprimeva “profonda preoccupazione” invitando “tutte le parti ad esercitare la massima moderazione e ad impegnarsi attivamente con i meccanismi di collegamento e coordinamento di UNIFIL. È fondamentale che tutti gli attori coinvolti evitino azioni che possono aumentare ulteriormente le tensioni».

     

    Gli ha risposto per le rime L’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti e nelle Nazioni Unite, Gilad Erdan, che ha rilevato come l’ONU continui a tenere sullo stesso piano l’organizzazione terroristica, che commette crimini in continuazione, e uno stato democratico che si difende dalle aggressioni:  “È un peccato che il Segretario generale delle Nazioni Unite scelga ripetutamente di tracciare un’equivalenza morale tra gli attacchi perpetrati da organizzazioni terroristiche e lo Stato democratico che rispetta la legge come Israele, membro delle Nazioni Unite. – ha detto Erdan – Hezbollah continua commettere crimini di guerra e prendere di mira i civili, usandoli come scudi umani e commettendo un doppio crimine di guerra”.

     

    “Israele fa l’esatto contrario: – ha sottolineato – prende ogni precauzione, spesso ben oltre ciò che dice la legge, per proteggere tutti i civili”.

     

    “L’ONU continua a chiudere volontariamente un occhio sui crimini di guerra e sugli atti terroristici di Hezbollah, e sul suo reale controllo del territorio libanese. Queste azioni di Hezbollah alla fine porteranno alla distruzione del Libano. – ha continuato – Ci aspettiamo di più dall’ONU, che dovrebbe fungere da voce morale prima che sia troppo tardi per il popolo libanese e la regione nel suo insieme”. 

     

    Hezbollah aveva attaccato Israele con una pioggia di razzi venerdì mattina, rivendicando l’attacco, avvenuto due giorni dopo altri lanci.  Per difendersi Israele ha attaccato le aree da cui provenivano i razzi e le infrastrutture del terrorismo. 

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