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    L’attentato sul lungomare di Tel Aviv: la cronaca e le testimonianze

    Sul lungomare di Tel Aviv riprende pian piano la vita. Anche sul luogo dell’attentato in cui è stato ucciso ieri Alessandro Parini, avvocato romano di 35 anni. Altri due turisti italiani sono rimasti feriti e portati in due diversi ospedali della città per le cure. I medici degli ospedali e il personale dell’Ambasciata italiana hanno fatto sapere che uno è stato rilasciato quasi subito e sta rientrando in Italia. L’altro è stato sottoposto a un intervento chirurgico per una frattura riportata alla gamba ma sta bene. Un amico è al suo capezzale e il fratello è arrivato in Israele per assisterlo.

    Venerdì sera, alle 21.35 ora locale, un’auto si è lanciata sui passanti, sul lungomare di Tel Aviv non distante dalla sede dell’Ambasciata italiana. Ha preso in pieno Parini, che passeggiava sulla pista pedonale che costeggia il Sir Charles Clore Park, in direzione di Giaffa, mentre la folla intorno si è dispersa per mettersi in salvo. Nell’impatto, l’auto dell’attentatore è finita sul prato del parco e si è ribaltata. Al volante, Yousef Abu Jaber, 45 anni, un arabo israeliano di Kfar Kassem. Dalle ricostruzioni della polizia due agenti di sicurezza intervenuti sulla scena, data l’impressione che il terrorista stesse tentando di raggiungere un’arma, gli hanno sparato e l’hanno ucciso. 

    A circa 200 metri da lì, Alessandro giaceva ferito e privo di sensi. Era senza polso e non respirava. I medici del primo soccorso hanno determinato la sua morte sul posto. Nel tempo sospeso tra l’attentato e il rimpatrio, gli otto amici del 35enne romano si sono chiusi nel riserbo. Solo uno di loro ha raccontato di aver sentito un rumore alle loro spalle e di aver visto l’auto passargli accanto. “Abbiamo sentito gli spari e ci siamo dispersi. Quando siamo tornati indietro Alessandro era steso a terra nel sangue”, dopo essere stato investito. “Eravamo appena arrivati in città e – ha continuato – stavamo andando a raggiungere l’altra metà della comitiva in un ristorante di Giaffa”. Accorsi all’ospedale Ichilov, dove in un primo momento era stato detto loro che Alessandro sarebbe stato portato, hanno atteso notizie fino a notte fonda. Fino alla conferma del peggior timore. La loro vacanza, che era appena iniziata, è finita tra incredulità e dolore. Dopo la morte dell’amico, la comitiva sta rientrando in Italia. 

    Malgrado i gravi fatti di ieri – poco prima dell’attentato a Tel Aviv, in Cisgiordania due sorelle israeliane britanniche erano rimaste uccise da un palestinese in una sparatoria – questa sera, per il 14simo sabato di fila, la società civile manifesterà per protestare contro il governo Netanyahu, in coordinamento con la polizia. La forma dei cortei sarà ridotta in rispetto del momento e saranno ricordate le vittime.

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