Skip to main content

SPECIALE PESACH 5784

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati

    Le donne hanno sempre più freddo degli uomini? Uno studio israeliano spiega la ragione scientifica

    Finalmente ce lo spiega anche la scienza, c’è una ragione organica per cui le donne hanno sempre più freddo degli uomini. Uno studio israeliano conferma che questo fenomeno non è esclusivo dell’uomo, ma è presente in molte specie di mammiferi e uccelli, le femmine infatti preferiscono luoghi caldi mentre i maschi prediligono temperature più fresche.

     

    Sembrerebbe dunque esserci finalmente una spiegazione scientifica per quelle logoranti battaglie con i partner per l’aria condizionata o per i finestrini della macchina.  I ricercatori della School of Zoology dell’Università di Tel Aviv, hanno concluso che questo fenomeno, che vede l’universo femminile percepire la sensazione di freddo maggiormente rispetto a quello maschile, non è esclusivo per gli esseri umani, anzi è presente molte specie maschili di endotermi, come uccelli e mammiferi, che preferiscono temperature più fredde in cui vivere e riunirsi rispetto alle specie femminili.

     

    I ricercatori spiegano infatti, che questa differenza è intrinseca tra i sistemi sensoriali della temperatura dei due sessi, che si sono sviluppati nel corso dell’evoluzione. Tale differenza è adattativa, in quanto porta alla separazione spaziale tra maschi e femmine, che riduce la competizione e l’aggressività tra i sessi.

     

    “Dallo studio emerge che maschi e femmine percepiscono effettivamente la temperatura in modo diverso. Questa è una differenza evolutiva intrinseca tra i sistemi di rilevamento del calore dei due sessi, che è correlata, tra le altre cose, al processo di riproduzione e alla cura della prole” espongono i ricercatori.

     

    Lo studio è stato condotto dal Dr. Eran Levin e dal Dr. Tali Magory Cohen, della School of Zoology e del Museo di Storia Naturale Steinhardt dell’Università di Tel Aviv. Da Yosef Kiat dell’Università di Haifa. E dal Dr. Haggai Sharon, uno specialista del dolore di Facoltà di Medicina Sackler dell’Università di Tel Aviv. L’articolo è stato successivamente pubblicato sul Journal Global Ecology and Biogeography.

     

    Il nuovo studio ha incluso un’analisi statistica e spaziale approfondita della distribuzione di dozzine di specie di uccelli e pipistrelli che vivono in Israele, insieme a una revisione completa della letteratura di ricerca internazionale sull’argomento. Il dottor Levin, noto per esser uno studioso della fisiologia e del comportamento dei pipistrelli, ha notato, nei suoi studi precedenti, che durante la stagione riproduttiva maschi e femmine tendono a segregarsi. I maschi scelgono di abitare zone più fresche, come ad esempio alcune grotte alle pendici del monte Hermon, che sono composte da soli maschi durante la stagione riproduttiva. Mentre nella zona più calda situata nel Mar di Galilea vi sono principalmente femmine, che proprio in questa zona calda, partoriscono e allevano i loro piccoli. 

     

    Un ulteriore studio rivela che lo stesso fenomeno tende a ricrearsi anche specie di uccelli e mammiferi. Nelle specie di uccelli migratori, i maschi trascorrono l’inverno in zone più fredde rispetto alle femmine. Tra i molti mammiferi, anche nelle specie che vivono in coppia o in gruppi misti per tutta la vita, i maschi preferiscono l’ombra mentre le femmine la luce del sole. I maschi salgono infatti sulle vette delle montagne, mentre le femmine rimangono nelle valli. “Il nostro studio ha dimostrato che il fenomeno non è esclusivo dell’uomo. Tra molte specie di uccelli e mammiferi, le femmine preferiscono un ambiente più caldo rispetto ai maschi, e in certi momenti queste preferenze causano l’allontanamento tra le due specie” piega il Dr Eran Levin.

     

    Dopo la revisione della letteratura di ricerca internazionale, i ricercatori hanno campionato le informazioni raccolte in Israele nel corso di quasi 40 anni, dal 1981 al 2018 su migliaia di uccelli. Tredici specie di uccelli migratori diciotto specie di pipistrelli. In totale, lo studio ha incluso più di 11.000 singoli uccelli e pipistrelli, analizzati in zone diverse, dal Monte Hermon a Eilat.

     

    I ricercatori hanno ipotizzato che la separazione spaziale tra i sessi – a volte estesa a zone climatiche diverse – sarebbe particolarmente netta in questi gruppi. Inoltre, la significativa diversità climatica d’Israele ha permesso loro di studiare singoli animali della stessa specie che vivono in condizioni climatiche molto diverse.

     

    I risultati dello studio hanno chiaramente dimostrato che i maschi preferiscono una temperatura più bassa rispetto alle femmine, e che questa preferenza porta ad una separazione tra i sessi in determinati periodi. “Alla luce dei risultati, e del fatto che si tratta di un fenomeno molto diffuso, abbiamo ipotizzato che si tratti di una differenza tra i meccanismi di rilevamento del calore delle femmine e dei maschi, che si sono sviluppati nel corso dell’evoluzione” condivide Levin. 

     

    Questa difformità tra i due sessi sembrerebbe esser simile alle differenze note tra le sensazioni di dolore vissute e percepite dai due sessi, legata anche alle differenze ormonali tra maschi e femmine.

     

    Il Dr. Magory Cohen osserva che questa differenza ha una serie di spiegazioni evolutive. In primo luogo, la separazione tra maschi e femmine riduce la competizione per le risorse nell’ambiente e tiene lontani i maschi che possono essere aggressivi e mettere in pericolo i piccoli. Inoltre, molte femmine di mammifero devono proteggere la loro prole in una fase in cui non sono ancora in grado di regolare da sole la propria temperatura corporea. Hanno sviluppato quindi la preferenza per un clima relativamente caldo. 

     

    “Il fenomeno può essere legato anche a fenomeni sociologici osservati in molti animali e persino nell’uomo, in un ambiente misto di femmine e maschi: le femmine tendono ad avere molto più contatto fisico tra di loro, mentre i maschi mantengono più distanza ed evitano il contatto.” Concludono Levin e Cohen.

    CONDIVIDI SU: